Il dott. Bellantoni ha dato le dimissioni, dopo un mandato tra alti e bassi, per ricoprire la carica in un altro ateneo italiano.
Per gennaio, l’Ateneo potrebbe già avere un nuovo Direttore generale, vista la pubblicazione dell’avviso per acquisire le manifestazioni d’interesse. Intanto Candeloro Bellantoni, colui che ha ricoperto questa carica fino a qualche mese fa, ringrazia tutti coloro i quali hanno collaborato al raggiungimento di determinati obiettivi facendo il punto sui suoni anni da DG.
Di seguito il testo integrale della lettera di saluti e ringraziamenti di Candeloro Bellantoni.
“Chiarissimi professori, gentili colleghi, cari studenti,
a pochi giorni dalla conclusione del mio incarico di direttore generale, desidero rivolgere un saluto alla comunità universitaria e augurare a tutti buon lavoro.
Lascio questa Università e questa città non senza rammarico, per ragioni sia di carattere personale, sia di natura professionale, ma nel sereno convincimento di aver lavorato sempre per il bene e gli interessi dell’Ateneo.
Sono trascorsi due anni e mezzo dal mio insediamento, anni in cui sono accaduti numerosi eventi che hanno segnato questa Università; anni in cui, pur tra non poche difficoltà, ho cercato di esprimere al meglio le mie competenze e di mettere a profitto con impegno e passione l’esperienza lavorativa maturata durante gli anni trascorsi a Milano.
Mi sia consentito ricordare alcuni tra i progetti realizzati da questa Direzione. Innanzitutto, quelli finalizzati a garantire una didattica multimediale e innovativa, che nei prossimi mesi consentiranno agli studenti di fruire di aule e laboratori didattici e di ricerca all’avanguardia, grazie non solo all’ammodernamento e alla messa in sicurezza degli stessi e delle relative attrezzature, ma anche all’acquisto di mille computer per i laboratori informatici e dei principali software professionali e didattici, destinati a rispondere alle sempre crescenti esigenze di promozione e sviluppo di competenze specialistiche.
Si è molto lavorato per attrarre il più alto numero di studenti, puntando anche alla qualità dei servizi proposti. A tal fine, è stato realizzato il primo abbonamento unico integrato, che consente oggi agli studenti di utilizzare liberamente tutti i mezzi di trasporto pubblico della città e di avvalersi gratuitamente dei più importanti parcheggi scambiatori; iniziativa per la quale il nostro Ateneo è stato pluripremiato anche a livello europeo ed anche per i positivi risvolti ambientali.
Nella medesima ottica di salvaguardia ambientale e ottimizzazione della qualità dei servizi offerti, sono state installate in tutto l’Ateneo le fontane per l’erogazione di acqua filtrata e distribuite borracce in materiale ecologico a tutta la comunità universitaria; è iniziata, altresì, in accordo con il Comune, la raccolta differenziata nelle varie strutture dell’Ateneo.
A tutti gli studenti è stata garantita l’iscrizione al Centro universitario sportivo e, in seguito alle numerose convenzioni stipulate con i teatri catanesi, la partecipazione gratuita, o comunque a tariffa agevolata, agli eventi teatrali più importanti. Iniziativa quest’ultima estesa a tutto il personale dell’Ateneo.
Sono state avviate le procedure per la ristrutturazione della sede, tanto bella quanto purtroppo a lungo trascurata, della Struttura didattica speciale di Architettura, e intrapresi i necessari contatti con i competenti uffici della regione siciliana per la realizzazione di un campus residenziale nella medesima città di Siracusa. È stata promossa la costituzione di un partenariato pubblico-privato per la creazione e la gestione del Sistema museale di Ateneo, che consentirà di rilanciare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale dell’Università catanese, estendendone la fruizione in modo organico e proficuo a tutta la collettività.
È di questi giorni la presentazione di un progetto capillare di orientamento che interesserà la provincia di Catania e quelle limitrofe, il quale, ove finanziato dal governo regionale, sono certo produrrà importanti effetti positivi sulle prossime immatricolazioni.
La sanità catanese è stata dotata del sistema chirurgico robotico “da Vinci”, che consentirà agli specializzandi l’acquisizione di competenze sempre più sofisticate e performanti, e alla collettività numerosi vantaggi non solo di tipo clinico, ma anche di carattere organizzativo, in quanto i cittadini non saranno più costretti ad affrontare onerosi quanto disagevoli spostamenti in altre città per poter usufruire delle migliori cure oggi disponibili. E proprio in questa prospettiva, nelle scorse settimane sono state sollecitate le necessarie procedure per collaborare con le altre Aziende del Servizio sanitario regionale e gli Istituti sanitari convenzionati, interessati ad un uso del sistema robotico condiviso ed esteso a più discipline chirurgiche.
È stato costituito un apposito ufficio per contrastare, in collaborazione con la Guardia di Finanza, la purtroppo alta evasione contributiva.
Ha trovato soluzione l’ultra decennale problema per l’individuazione di una sede sicura dell’Archivio di Ateneo. Sono stati intrapresi i lavori per il completamento del Polo tecnologico di Ateneo ed è stato varato un programma per il potenziamento e la valorizzazione dell’Azienda agraria sperimentale.
Alla strategia degli investimenti è stata affiancata quella della razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi, che ha già prodotto una significativa e documentata riduzione delle uscite di circa 2.500.000,00 euro; somma destinata a crescere il prossimo anno per effetto della dismissione di molte locazioni.
È stato dato l’avvio ad un’importante riorganizzazione amministrativa. Si è proceduto, in tal senso, alla disattivazione di numerose aree dirigenziali, sostituite da nuove strutture organizzative, in grado di affrontare le sfide cui oggi sono chiamate le Università. A distanza di oltre un ventennio dal precedente è stato introdotto un nuovo regolamento sull’orario di lavoro e di servizio, che ha ottenuto, nonostante le iniziali diffidenze di taluni, un larghissimo consenso da parte del personale tecnico amministrativo.
Tra i progetti portati a compimento desidero ricordare, infine, ma non certo per importanza, quanto è stato fatto per la risoluzione dell’annoso problema del precariato. Sul punto, mi limiterò a dire che il passaggio a tempo indeterminato, in due anni, di quasi trecento unità di personale – numero comprensivo anche del personale che sarà stabilizzato giusto pochi giorni dopo la conclusione del mio incarico – rappresenta la risposta più efficace a chi ha strumentalmente dubitato del mio impegno sulla questione delle stabilizzazioni e a chi ha impropriamente affermato che le stesse “non sono [state] gestite con chiarezza e linearità”, definendole, altresì, seppure “ineludibili e dovute”, quali causa della “paralisi delle progressioni (orizzontali e verticali) dei colleghi”.
Le procedure di stabilizzazione – che dovranno essere completate nei termini previsti dalla recente normativa – non solo non rappresentano alcun altare sacrificale per le progressioni, già deliberate dagli organi di Ateneo nel mese di dicembre 2018, ma costituiscono, al contrario, una vittoria ed un arricchimento di professionalità per l’Università.
Mi sia consentito inoltre ribadire in questa sede che lo sforamento del limite dell’80% delle spese di personale fissato dal fondo di finanziamento ordinario – che comporterà per l’Ateneo la possibilità di destinare a nuove assunzioni solo la metà delle risorse provenienti dalle cessazioni dal servizio – non può essere imputato alle scelte di questa Amministrazione, come neppure alcuna ipotizzata conseguente lesione dell’immagine dell’Ateneo, certamente mai riconducibile ad alcuna delle attività poste in essere da questa Direzione, come reso evidente, peraltro, anche dagli atti della drammatica indagine che ha investito l’Ateneo.
Le cause dello sforamento non sono da ravvisare, come da qualcuno sostenuto, nello spostamento dell’acconto contributivo al mese di gennaio. La scelta di eliminare il pagamento dell’acconto di duecento euro indistintamente per tutti gli studenti e di fissare il versamento della prima rata dei contributi al mese di gennaio è stata voluta per determinare in maniera puntuale, da inizio anno, il livello di contribuzione di ciascuno studente e per evitare agli studenti meno abbienti – esenti da doveri di contribuzione – di affrontare un inutile sacrificio economico; eliminando, così, anche le connesse decine di migliaia di procedure di rimborso.
Sono quindi altre, meno episodiche e più strutturali, le ragioni del superamento del limite, da ricercare nella maggiore spesa per il personale accademico e nella contestuale drastica contrazione delle entrate.
Infine, ritornando a quanto esposto all’inizio di questa lettera, colgo l’occasione per chiarire che non avrei lasciato l’attuale incarico di direttore generale – pur consapevole di essere ancor oggi, per alcuni, un intruso da avversare -, poiché ritengo che proprio nei momenti di difficoltà sia necessario mettere in campo tutte le energie disponibili per contribuire al loro superamento.
Ho però affermato all’indomani delle dimissioni del precedente Rettore che avrei rimesso il mio mandato nelle mani del nuovo Rettore, perché, così come ho scritto nella lettera di dimissioni del 20 settembre u.s., ritengo che, a prescindere dalla durata del rapporto contrattuale sottostante al conferimento dell’incarico di direttore generale, lo stesso sia espressione di una scelta di carattere fiduciario dell’organo di governo proponente l’incarico.
Ho, pertanto, coerentemente e rispettosamente interpretato il perdurante silenzio seguìto a quelle dimissioni quale conferma del silenzio mantenuto durante la campagna elettorale e dopo le elezioni, e, dunque, inequivocabile segnale, mai smentito, che la mia esperienza a Catania doveva ritenersi conclusa.
Desidero, a questo punto, rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro i quali, in questi due anni e mezzo, hanno reso possibile, con impegno e dedizione, il raggiungimento dei traguardi enunciati e il conseguimento di tutti gli altri non meno significativi obiettivi, e a quanti, con il loro sincero e prezioso sostegno, hanno creduto nel mio operato e reso questa esperienza particolarmente formativa.
A quelli che, provando a nascondersi dietro il vile anonimato e finte identità virtuali, hanno tentato inutilmente di intimorirmi e diffamarmi in maniera abietta, rispondo che ciò è segno evidente di debolezza ed incapacità di gestire il confronto su un piano di leale e civile dialettica, riflesso di un’assoluta e compassionevole vacuità, dietro la quale mal si cela il disperato tentativo di difendere privilegi impudentemente acquisiti, furberie che mai troveranno condiscendenza da parte mia.
A coloro i quali hanno ritenuto la mia condotta amministrativa e gestionale alle volte eccessivamente rigorosa – conclude Bellantoni- , dico che rifarei le medesime scelte, perché sono ancor più convinto che solo un’azione amministrativa realmente improntata ai princìpi di legalità; trasparenza; imparzialità; buon andamento; efficacia, efficienza e meritocrazia crei le premesse per risultati positivi e soddisfacenti non soltanto per l’Università, ma per l’intera collettività”.
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