In Italia i prezzi degli affitti sono più cari rispetto al resto d'Europa e condizionano le scelte di vita e di studio degli studenti.

Gli studenti universitari italiani rimangano in casa con la famiglia per mancanza di posti letto e per gli elevati costi degli affitti. È quanto emerge da un approfondimento realizzato dal Corriere, che ha analizzato la quantità e i costi delle residenze studentesche in Italia rispetto agli altri Stati d’Europa.
Dalla ricerca è emerso che gli studenti italiani che vivono in casa con i genitori sono il 70%, contro il 36% della media europea. Gli studenti italiani sono ben 1,7 milioni e di questi solo il 33,5% si trova fuori sede, mentre la restante parte (66,5%) vive nella città dove studia o frequenta l’ateneo da pendolare.
Questo accade perché i posti a disposizione degli studenti all’interno delle residenze sono notevolmente inferiori rispetto ad altri paesi europei: in Italia i posti negli alloggi per il diritto allo studio e nei collegi universitari sono circa 48 mila. In Francia ad esempio sono 165 mila, mentre in Germania 192 mila. Proprio in questi paesi la percentuale di studenti che vive negli studentati o con altre persone è maggiore rispetto alla percentuale di studenti che vive ancora con i genitori.
In Italia gli universitari con reddito basso hanno la possibilità di richiedere la borsa di studio per l’assegnazione di posti letto all’interno delle residenze. Di fatto, però, solo uno studente su tre riesce ad ottenere il posto letto, mentre gli altri utilizzano la borsa di studio per il pagamento dell’affitto e del vitto. Questo perché il numero di residenze non è sufficiente a coprire le richieste degli studenti.
La legge 338 del 14 novembre 2000 è stata istituita quasi vent’anni fa proprio per incrementare la costruzione di studentati. Secondo la legge, il Ministero dell’Istruzione cofinanzia fino al 50% le università e gli enti per il diritto allo studio che costruiscono o ristrutturano alloggi per studenti. Una Commissione esamina i progetti e un decreto stabilisce chi riceverà i fondi. L’ultimo documento ufficiale della Commissione per gli alloggi e le residenze degli studenti universitari risale, però, al lontano 2017.
In Francia e in Gran Bretagna gli studentati sono realizzati anche grazie a investitori privati. In Italia ci sono diversi ostacoli per le società immobiliari che vogliono investire in questo campo: non esiste una normativa di riferimento e la società deve accordarsi con il Comune per ricevere le concessioni necessarie. Di conseguenza, le società che investono sono pochissime.
Tutto questo ricade sugli studenti, che spesso sono costretti ad iniziare il percorso di studi in un ateneo piuttosto che in un altro solo in base alla vicinanza della famiglia e alle spese da sostenere.
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