Duro reclamo dell'Anci Sicilia: mentre in tutta Europa si abbassano i costi del trasporto aereo, gli aeroporti dell'isola sono ancora afflitti dal fenomeno del caro voli.
Dal punto di vista dei trasporti, l’insularità della Sicilia rappresenta un grave ostacolo per tutte le categorie di viaggiatori. Data la disastrosa situazione delle ferrovie siciliane, le vie aeree dovrebbero rappresentare lo sbocco più veloce ed economico per collegare l’isola al resto del paese e del continente. Purtroppo non è così, specialmente durante i periodi festivi, quando i lavoratori emigrati decidono di tornare a casa per riabbracciare le famiglie.
Nel corso degli anni l’Unione Europea è intervenuta più volte per favorire lo sviluppo del settore aereo nelle periferie d’Europa, ma la Sicilia sembra essere stata dimenticata, ad eccezione degli scali di Pantelleria e Lampedusa, che per ovvi motivi non sono le destinazioni maggioritarie tra i pendolari siciliani.
Bruxelles non investe nel trasporto aereo in Sicilia perché, almeno sulla carta, i collegamenti con la terraferma sono ampi e variegati. Se le già citate ferrovie offrono una scarsa offerta per i collegamenti con Roma e Milano, le strade siciliane non se la passano meglio. Ed è la stessa Unione Europea a ricordarlo, citando i numerosi cantieri che bloccano lo sviluppo del corridoio Nord Europa – Mediterraneo. Un disastroso controsenso pagato dalle tasche dei siciliani.
Come già è stato detto in precedenza, la situazione peggiora notevolmente durante i periodi festivi. Se ad esempio il 23 novembre il volo easyJet Milano Malpensa – Catania Fontanarossa delle ore 07:15 costa 41 euro, il 23 dicembre supera i 200 euro. L’aumento dei prezzi si registra in tutte le compagnie. Questo ha provocato la reazione di Leoluca Orlando, presidente del ramo siciliano dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, in una lettera indirizzata alla ministra dei Trasporti Paola De Micheli, al viceministro Giancarlo Cancelleri, al Presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone.
“Negli ultimi anni – scrive Orlando – a fronte di un aumento delle tratte internazionali da e verso gli aeroporti della Sicilia, si è assistito a una progressiva diminuzione dell’offerta di collegamenti aerei con le principali destinazioni nazionali, in particolare Roma e Milano Malpensa. Ciò si è accompagnato a una politica tariffaria, soprattutto da parte della compagnia di bandiera. Tale situazione, unita alla clamorosa carenza di soluzioni realisticamente alternative al trasporto aereo, costituisce un grave danno per l’economia e una palese disattenzione per le esigenze dei siciliani.”
“Occorre adottare – conclude Orlando – prendendo formalmente atto della naturale condizione di insularità della Sicilia, provvedimenti e politiche conseguenti, che mettano fine a una situazione sempre più insostenibile e favoriscano il potenziamento del trasporto a tariffe calmierate. Credo che in tal senso sia quindi necessario avviare al più presto un tavolo di confronto tecnico-politico ad hoc, che prenda in seria considerazione l’applicazione di misure analoghe a quelle della Sardegna per garantire la continuità territoriale”.
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