Sono passati circa 10 mesi dal terremoto della notte di Santo Stefano che ha spaventato non poco gli abitanti pedemontani. Da quel momento in poi falsi allarmi e panico generale tornano alla carica ogni qualvolta l’Etna torna in attività, soprattutto quando, insieme alla cenere, si accompagnano piccoli fenomeni sismici – del tutto naturali, date le circostanze – come quello delle scorse ore. Già in precedenza il noto vulcanologo INGV Boris Behncke, autorevole punto di riferimento sulla situazione del vulcano, aveva già fatto uso dei propri social per tranquillizzare gli animi e sollecitare i suoi follower a diffidare da catastrofismo ed allarmi ingiustificati. Le sue parole, a poche ore dal nuovo fenomeno eruttivo, si ripetono ma stavolta con maggiore enfasi.
“Non è novità che viviamo in una zona ad altissimo rischio sismico e vulcanico. Anche questo, lo sapevano già gli abitanti di questa zona nell’antichità, anzi, nell’epoca neolitica”: sono queste alcune delle parole di circostanza con cui Behncke apre il suo discorso. “Solo negli ultimi decenni sembra che abbiamo totalmente perso il contatto con la terra dove stiamo vivendo (e dove quasi tutti voi siete nati e cresciuti, diversamente da me), e questo contatto va recuperato con urgenza”. Evidente, quindi, il tono di critica dello scienziato tedesco, che di certo non le ha mandate a dire, una volta per tutte: “Non possiamo andare avanti così, angosciandoci di ogni sciocchezza, e allo stesso tempo, piuttosto che pensare a rendere magari la casa antisismica, comprare una nuova bella grossa SUV o regalare un prediciottesimo da 15mila € a nostra figlia o nostro figlio. Insomma, cerchiamo di ragionare un po’ e di vivere serenamente essendo ben consapevoli dei rischi e preparati ad affrontarli”.
All’inizio del suo odierno comunicato social, il tedesco aveva già puntato il dito contro autori di fake news ed allarmismi ingiustificati, come quelli in merito al presunto collasso delle pareti del vulcano (storia, per altro, già vecchia), tenendo a precisare che “non c’è assolutamente niente, e veramente niente di strano, di insolito, di straordinario in quello che sta succedendo in questi giorni. Certo che l’Etna è in fase di ricarica, lo è sempre fra un’eruzione e un’altra, e quando è in fase di ricarica, si pressurizzano i suoi fianchi, e ci sono terremoti, quasi tutti molto piccoli e alcuni di modesta magnitudo”.