Un corso intensivo avanzato sulla valutazione economica dei servizi ecosistemici al Dipartimento delle risorse naturali e di gestione ambientale dell’Università di Haifa in collaborazione con altri due atenei israeliani. A tenerlo, la scorsa settimana, è stato il prof. Giovanni Signorello, responsabile scientifico e coordinatore del Laboratorio di Valutazione Ambientale del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania e direttore del centro di ricerca Cutgana.
Un corso – tenuto dal docente etneo a 25 studenti di diverse nazionalità iscritti al master internazionale Global Green – che ha permesso di gettare le basi per futuri rapporti di cooperazione tra i due atenei finalizzati allo svolgimento di ulteriori attività didattiche e di ricerca scientifica comune in campo economico-ambientale e alla stipula di accordi di cooperazione bilaterale più ampi tra le università di Catania e di Haifa. Ma anche per favorire la mobilità internazionale degli studenti e dei docenti catanesi in Israele.
Il prof. Signorello, nel corso delle lezioni, dopo avere spiegato i principali concetti posti alla base della teoria del valore dei beni ambientale, ha illustrato, anche con diversi casi di studio concreti di rilevanza internazionale, le metodologie più avanzate oggi usate dagli economisti ambientali per assegnare un valore economico ai servizi ecosistemici offerti alla collettività dalle risorse naturali terrestri e marine. Sono stati indicati anche le diverse circostanze in cui è utile per chi ha la responsabilità politica e gestionale della tutela ambientale conoscere quanto valgono i servizi ecosistemici.
“Una conoscenza che consentirebbe di gestire le risorse naturali, specialmente quelle oggetto di protezione e tutela, anche secondo obiettivi di efficienza economica – ha spiegato il prof. Signorello -. Ma anche di attuare politiche finalizzate ad incentivare una maggiore offerta di questi importanti servizi naturali anche da parte degli agricoltori, di giudicare nel miglior modo possibile la convenienza economica degli investimenti pubblici e privati aventi conseguenze positive e negative sul capitale naturale, di avere una adeguata rappresentazione della distribuzione spaziale dei benefici ricavabili dalla conservazione della natura, di proporre una pianificazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente terrestre e marino più sostenibile e soprattutto più conforme alle preferenze della collettività”.
Il prof. Signorello, inoltre, si è anche soffermato sulle procedure di stima del danno ambientale ai fini del risarcimento in ambito giudiziario, attualmente previste dalla normativa europea. “Una tematica che ha suscitato particolare interesse fra gli studenti non europei e statunitensi presenti al corso in quanto nei loro Paesi non esiste ancora un quadro normativo avanzato come quello in vigore nell’Unione Europea e negli Stati Uniti – ha aggiunto il prof. Signorello -. Queste norme prevedono giustamente che il responsabile del danno ambientale, oltre al risarcimento delle spese per riportare il bene ambientale alle condizioni esistenti prima del danno, è obbligato a compensare lo Stato per le perdite temporanee subite dalla società durante il periodo occorrente per riportare il bene danneggiato alle condizioni esistenti prima del danno”.