Il politecnico di Milano è primo tra le università italiane che offrono maggiori opportunità lavorative, seguono Bologna e la Sapienza.
La think-tank della formazione universitaria QS Quacquarelli Symonds, che firma ogni anno il QS World University Rankings, ha valutato 758 atenei a livello mondiale, in merito alla loro capacità di favorire opportunità occupazionali ai loro studenti laureati. Questa classifica sfrutta cinque indicatori: la reputazione delle università sulla base delle opinioni di oltre 44.000 datori di lavoro nel mondo, decretata tramite sondaggio; i dati riguardanti 29.000 individui di successo per capire quali università producono leader e influencer; le partnership stabilite dalle università con recruiter locali e internazionali; la presenza di aziende nel campus per reclutare talenti; la percentuale di occupati entro dodici mesi dal conseguimento della laurea. Risulta al primo posto a livello mondiale il Mit (Massachussetts Insititute of Technology), seguito da Stanford e dalla University of California di Los Angeles (Ucla).
Per quanto riguarda le università italiane, in sedici hanno deciso di partecipare all’edizione 2020 della classifica mondiale QS. Il politecnico di Milano si riconferma 41esimo nella classica generale, e quinto al mondo in merito al “Graduate Employment rate” (tasso dei laureati occupati a distanza di 12 mesi). Sempre il politecnico di Milano si posiziona in altre classifiche specifiche : è sedicesimo per la quantità e qualità delle partnership stabilite con le aziende. Seconda invece in Italia, l’università di Bologna che ottiene il 18esimo posto nello stesso indicatore di qualità e quantità delle partnership e sale all’84esimo posto nella classifica nella classifica generale, migliorando notevolmente la sua posizione rispetto allo scorso anno. Anche la Sapienza risale alcune posizioni, e si classifica al 93esimo posto. Il politecnico di Torino risale e l’università Cattolica del Sacro Cuore perde invece qualche posto.
Il rettore dell’università di Bologna Francesco Ubertini ha commentato così il risultato ottenuto: “Si tratta di un risultato che premia l’intenso lavoro fatto in questi anni su quattro fronti cruciali: l’innovazione della didattica, l’offerta di nuovi corsi per lo sviluppo delle competenze trasversali, il potenziamento della dimensione internazionale dell’Ateneo, il rafforzamento continuo dei rapporti con le istituzioni pubbliche e private del territorio“.
Infine tra le prime 250 della classifica troviamo altre 4 università italiane: abbiamo infatti l’università di Padova (nella posizione tra 151-160), quella di Pisa (161-170) e la Statale di Milano(201-250). Tutte e tre le università hanno ottenuto quest’anno un avanzamento nella classifica generale. Mantengono la posizione (201-250) le università di Torino e di Trento.
La Federico II di Napoli si posiziona nella fascia 251-300. Nella fascia 301- 500 le università italiane entrate nel classifica sono infine Ca’ Foscari, Pavia, Tor Vergata, Milano-Bicocca e Verona.
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