L’operazione “Università bandita” ha sconvolto tutto il mondo universitario catanese, inducendo le dimissioni dell’ex rettore Francesco Basile e le successive elezioni del nuovo rettore Francesco Priolo, il 26 agosto scorso.
Sembrava ormai risolta la questione sulla legittimità dei poteri esercitati dal decano Vincenzo Di Cataldo dopo le dimissioni dell’ex rettore. L’insediamento del decano, infatti, aveva generato diverse polemiche nel mondo universitario. Secondo molti, Di Cataldo aveva indetto le elezioni del rettore e aveva stabilito la data delle votazioni, ma senza averne gli effettivi poteri.
In realtà la questione è ancora aperta. I professori Lucio Maggio e Attilio Toscano hanno, infatti, presentato al Tar di Catania un ricorso, il cui oggetto è l’annullamento delle elezioni del rettore. Secondo i docenti, il decreto di indizione delle lezioni non sarebbe legittimo e, di conseguenza, neanche le successione elezioni del rettore Francesco Priolo.
Il Tar di Catania, riunitosi il 12 settembre in Camera di consiglio, ha trattato collegialmente la questione, ma non ha né accolto né respinto il ricorso. Il Tar etneo ha, infatti, rimandato la questione al 16 gennaio 2020, in udienza pubblica, vista la complessità della richiesta che necessita di un approfondimento.
Durante questa udienza il tribunale dovrà chiarire la vigenza o l’abrogazione dell’articolo 2 del decreto legislativo luogotenenziale 264 del 1944, norma sulla quale si fonde la legittimità dei poteri esercitati dal decano. Se l’articolo fosse considerato abrogato, tutti i poteri esercitati fino alle elezioni potrebbero essere considerati illegittimi.
Fino ad allora, la vicenda non potrà essere considerata conclusa e l’università di Catania rimarrà in sospeso: dalla decisione del Tribunale dipenderà proprio la validità dell’elezione del nuovo rettore. Il tutto è reso ancora più incerto dal fatto che il nuovo rettore non sia stato ancora nominato dal Ministro. Il ritardo potrebbe essere, infatti, dovuto all’insediamento del nuovo Governo o proprio alla decisione cautelare del Tribunale amministrativo regionale di Catania.
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