La divulgazione scientifica sta vivendo adesso il suo momento d’oro: in un’epoca piena di dubbi, negazionismi vari e bufale, sempre più figure autorevoli si stanno facendo carico della responsabilità di informare e far luce su falsi miti e inesattezze spacciate per verità assoluta. Pensate a persone come Roberto Burioni, che sui social porta avanti una campagna pro-vaccini e anti-ignoranza senza esclusioni di colpi, o gli Angela che sono stati elevati allo status di vere e proprie figure mitologiche dai più giovani.
Ma non bisogna necessariamente avere grandi nomi per fare divulgazione, e a dimostrarlo sono un gruppo di studenti ed ex studenti catanesi che dai primi mesi del 2019 portano nelle orecchie dei loro ascoltatori la scienza a 360°. Abbiamo parlato con alcuni membri del programma podcast Science2Pi, che hanno deciso di trasformare la loro passione in un servizio rivolto a universitari e curiosi di tutte le età.
La passione per la scienza e la responsabilità del divulgatore
“Tutti noi siamo studenti, di ambiti diversi, che in qualche modo portano avanti questi studi non solo con la voglia accademica di studiare, ma soprattutto mossi da un grande catalizzatore comune che è la scienza“, racconta Andrea Messina, biologo ambientale che si occupa delle tematiche biologiche e della ricerca del materiale da implementare di volta in volta per le puntate.
Dalle discussioni private e gli scambi di battute in chat private fino al piccolo studio di registrazione che è stato allestito appositamente per il programma, Science2Pi mantiene lo spirito di allegra disinvoltura, senza però rischiare di scadere nelle inesattezze o nel ridicolo. Tuttavia, Giuseppe Secolo, fondatore del progetto, ci tiene a precisare che: “nel momento in cui fai un progetto del genere, il rischio è duplice“. Chi si trova a parlare di certi argomenti da dietro un microfono ha una grande responsabilità non solo verso il pubblico ma davanti all’intera comunità scientifica. Per questo, Giuseppe sottolinea come “le puntate sono caratterizzate dal fatto che non c’è mai un’opinione personale. C’è qualcosa che è sempre supportato da uno studio scientifico che noi mettiamo sui social come link, quindi chi vuole può andare a guardare.”
Un gruppo di tre persone a LA si chiama “podcast”
Quello del podcast è un formato che in Italia sta ancora prendendo piede, a differenza degli Stati Uniti dove sempre più intrattenitori e divulgatori lo preferiscono a formati più tradizionali come video e blog. “Siamo troppo belli e non vogliamo far sfigurare gli YouTubers”, dice scherzosamente Alberto Sciuto, laureato in fisica e specializzato in fisica della materia, quando gli viene chiesto perché è stato preferito questo formato. “In realtà ci siamo privati della nostra privacy per iniziare a comunicare e secondo me è una cosa graduale. Buttarci subito con qualcosa che magari è live, ripreso dal vivo anche con la camera, può essere uno scoglio arduo da superare – spiega Alberto -. Per adesso il format che abbiamo creato è fatto ad hoc solo per la voce, proprio per permetterci di concentrarci prima di più sulla scienza e non sull’impatto visivo.”
Inoltre il formato ha i suoi vantaggi anche per il pubblico, e a sottolinearli sono Andrea e Pierluigi Marino, che nel podcast si occupa di fisioterapia, riabilitazione e ambito sportivo. “Ci relazioniamo con persone che innanzitutto devono ascoltarlo con attenzione – spiegano -, quindi devono avere un momento della giornata [da dedicarci] che può essere guidare mentre si sta andando all’università, essere sull’autobus mentre ci si sta spostando, mentre si è in palestra, mentre si sta studiando… tu ascolti il podcast e puoi prendere i tuoi appunti, una cosa molto più snella che ti può far approcciare meglio a questo format, e in questo stadio del progetto è meglio di un video“.
L’evoluzione, il rapporto con gli esperti del settore e il pubblico
Il Podcast potrà anche essere arrivato alla sua ventesima puntata, ma i ragazzi sanno di avere ancora molta strada da fare. Ne aveva quando i ragazzi erano in cerca di una voce femminile e le loro strade si sono incrociate con quella di Mariangela Licata, laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche, arrivata in Science2Pi perché la voce femminile crea “omogeneità nel gruppo: abbiamo l’uomo, abbiamo la donna, anche per una questione di suono“. Ma oltre al tono di voce, Mary ha portato anche un’organizzazione più attenta e precisa che ha reso il gruppo più coeso.
La credibilità che il gruppo riesce a donare all’esposizione degli argomenti, nonché la qualità del prodotto stesso, ha fatto sì che anche professionisti di vari settori prendessero posto dietro i loro microfoni per approfondire argomenti più o meno conosciuti. “Abbiamo avuto una dottoressa in psicologia e una musicoterapeuta – spiega Andrea -. La ragazza che è intervenuta ha pubblicizzato molto la puntata ed è stata ascoltata da molte persone del settore che le hanno fatto i complimenti e l’hanno ringraziata perché, essendo un ambito che si sta andando a sviluppare, il fatto di poterne parlare anche in realtà come la nostra è una cosa che fa tantissimo piacere.“
E la parte più importante, ancora una volta, è rappresentata dal pubblico. Ce lo conferma Salvatore Battaglia, studente al quinto anno di medicina, che nel podcast si occupa delle curiosità del settore e dei miti da sfatare nel campo della salute e del benessere. “Noi non siamo lì per spiegare da sopra un piedistallo – precisa Salvatore -. Noi impostiamo sempre la discussione come se fossimo seduti [con un] terzo ascoltatore, che in realtà è [rappresentato dai] nostri follower, tutti quelli che ci ascoltano. […] Il nostro desiderio sarebbe che, prima o poi, ci fosse un intervento massivo del pubblico: cioè il pubblico chiede, vuole approfondire, si informa, vuole spiegato meglio un argomento oppure, ancora di più, vuole aggiungere la sua.“
In una Catania che diventa sempre più all’avanguardia sotto il punto di vista delle iniziative per promuovere la scienza e avvicinarla a un pubblico più ampio, Science2Pi ha trovato il suo spazio in diverse occasioni, tra cui la partecipazione all’edizione 2019 di Etna Comics, dove il gruppo ha offerto a grandi e piccoli spiegazioni e curiosità dal mondo scientifico.
Ma senza dire troppo, perché “Una puntata che non lascia dubbi, o meglio che non fa fare domande ulteriori oltre a quelle che sono state spiegate, è una puntata fallimentare – spiega Alberto -. Il dubbio sano ti fa [capire] che sei interessato e ti fa approfondire [l’argomento].”