Chi è René Favaloro, nato a luglio del 1923. Cardiochirurgo argentino di origini siciliane, è considerato il padre del bypass aorto-coronarico.
A chiunque stia usando Google come motore di ricerca non sarà sfuggito il doodle a tema cardiochirurgico che caratterizza la giornata odierna. Se nella prima “O” del logo del motore di ricerca si trova la raffigurazione di un cuore, nella seconda O, invece, si trova il ritratto di un medico anziano, sorridente. Cliccandovi su, apparirà il nome di René Gerónimo Favaloro, cardiochirurgo argentino di origini siciliane.
Ma chi era il professore Favaloro? Originario di Salina, isola dell’arcipelago delle Eolie, i suoi nonni coltivavano le viti, unica risorsa dell’isola all’epoca, e commerciavano la malvasia nel Mediterraneo. Questo avvenne fino al 1890, quando, a causa della fillossera, una parte della famiglia si trasferì in Argentina per fare maggior fortuna. Fu lì che nacque il protagonista di questa storia, e che vi effettuò gli studi medici, diventando un cardiochirurgo.
Da lì, il successo: divenne infatti il direttore della divisione cardiochirurgia della Cleveland Clinic Foundation dal 1962 al 1971. Fu lì, durante quegli anni, che specializzò la tecnica del bypass aorto-coronarico, effettuandone il primo intervento al mondo e aprendo di fatto un capitolo speciale della medicina, considerata l’importanza di questa operazione, che al giorno d’oggi viene praticata abitualmente in ogni parte del mondo.
Tornato in patria, fondò la fondazione Favaloro, che accolse e formò studenti da ogni parte del mondo. Fu proprio questa fondazione che, sfortunatamente, lo portò a compiere il gesto estremo: trovandosi intrappolato nel pieno periodo della crisi economica argentina e pesantemente indebitato, senza possibilità di fondi da parte del governo, il cardiochirurgo cedette alla disperazione e si suicidò con un colpo di pistola al cuore. Smette di battere così, il 29 luglio del 2000, il cuore dell’uomo che, ancora adesso, permette ai cuori di milioni di persone di battere ancora.
Legatissimo alle questioni politiche e non solo, fu membro del CONADEP, che si occupava di investigare sul triste destino delle migliaia di desaparecidos argentini durante il periodo dittatoriale. Ma non solo: Favaloro fu tra i medici del secolo scorso ad essere favorevole all’aborto. Intervistato per il programma Temas y Debates, infatti, commentò come ci fosse disuguaglianza tra le diverse classi sociali: “una ragazza che non ha nessuna possibilità può finire in quell’orrendo mondo nascosto e morirne.[…] Al contrario, una ragazza ricca può semplicemente andare in una clinica, abortire senza che nessuno se ne accorga, e di sera poi andare a ballare, perché è già tutto passato”.
Favaloro rimase legatissimo all’isola di Salina per tutta la vita, visitandola di tanto in tanto: nei suoi scritti ricorda l’emozione di star “poggiando i piedi sopra le mie radici. La prima volta fu un’estate di diversi anni fa. Mi incamminai solo, passeggiando per queste valli, godendo della vista del loro verde lussureggiante, dei fiori profumati, fermandomi spesso per raccogliere questa terra con le mie mani, stringendola e strofinandola con amore. Ho rubato furtivamente qualche chicco d’uva, masticandolo lentamente, pensando che questa era l’uva che assaporavano i miei nonni”.
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