L'associazione "Trasparenza e Merito" denuncia l'illegittimità del Decano dell'Università di Catania e chiede il commissariamento dell'ateneo.
L’Università di Catania non sembra avere pace: dopo le dimissioni del rettore e l’indizione delle elezioni, previste per i primi di settembre, arriva la denuncia dell’associazione “Trasparenza e Merito” sul decano, il prof. Vincenzo di Cataldo che, in questo momento di transizione, è a capo dell’ateneo.
Secondo la ricostruzione di Tra-Me, Di Cataldo sarebbe già coinvolto in un procedimento per danno erariale ed eccesso di potere. In particolare, il docente sarebbe stato accusato di esercitare illegittimamente i poteri attribuiti ad altri organi (nello specifico al Rettore).
“Difatti proprio Di Cataldo – si legge in un comunicato dell’associazione –, con Decreto n. 1179 del 20 ottobre 2010, in qualità di Preside della Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania (prima che gli subentrasse, in veste di Direttore, il proprio allievo, Prof. Roberto Pennisi) escludeva il nostro collega, associato di “Trasparenza e Merito”, Riccardo Cavallo da una valutazione comparativa per un assegno di ricerca in Filosofia del Diritto (comunicato di Tra-Me)”.
Il Tar, con sentenza n. 1879 del 2012, avrebbe accolto il ricorso di Cavallo (illegittimamente escluso dalla procedura), condannando così l’Università di Catania non solo al pagamento delle spese processuali ma anche al risarcimento dei danni per “perdita di chance”.
Per tale motivo, l’associazione richiederebbe così il commissariamento dell’ateneo: “Ci rivolgiamo al Ministro Bussetti e al Viceministro Fioramonti, nella speranza che, in un sussulto di senso delle Istituzioni e dello Stato, prendano l’unica decisione possibile e cioè facciano insediare nell’Ateneo un COMMISSARIO ESTERNO, inviando degli ispettori ministeriali in grado di rendere ancor più celere e utile il lavoro di scandaglio e di indagine dei magistrati.
In seconda battuta, qualora il Miur si rivelasse – una volta di più – il fantasma che è stato in ogni passaggio cruciale fino a questo momento, chiediamo un intervento diretto in Consiglio dei Ministri da parte del Presidente Giuseppe Conte, anch’egli docente universitario, che dovrebbe dunque essere particolarmente attento e sensibile alle tematiche della trasparenza, della legalità e del merito all’Università.
In terzo luogo ci rivolgiamo al Capo dello Stato Sergio Mattarella affinché eserciti il suo ruolo di guida morale affinché dica una chiara parola di censura pubblica su quanto sta accadendo all’Ateneo di Catania, di fronte gli occhi e lo sguardo scosso, attonito e amareggiato dell’intera popolazione. Nel silenzio delle Istituzioni il danno inferto all’immagine dell’Università tutta è incalcolabile e inestimabile”.
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