L’inchiesta che si è abbattuta sull’Università di Catania è stato un pugno nello stomaco per i tanti studenti che la frequentano, ma anche per i numerosi docenti e ricercatori che, fiduciosi dell’istituzione che rappresentano, non ci stanno a vedere l’immagine dell’ateneo sbiadirsi, al collegamento tra associazione a delinquere e università etnea. Tra questi, il professore Rosario Castelli, docente di letteratura italiana al Disum e delegato ai Servizi culturali per gli studenti.
Proprio durante uno dei tanti eventi che vogliono aprire, e non chiudere, le porte dell’Università a Catania e agli studenti, prima dell’inizio della proiezione di Walk the line nell’ambito di Porte Aperte UNICT, il docente ha preso il microfono in mano e ha espresso la sua posizione in merito ai recenti scandali che hanno travolto l’ateneo.
“Qua ci sono persone che lavorano per garantire a Catania un’offerta di qualità nel campo dell’arte e della cultura – ha dichiarato Castelli davanti al pubblico –. Non vorrei mai che uno studente un giorno dovesse provare imbarazzo nell’essersi laureato a Catania, non è così. Io penso agli studenti che collaborano alla riuscita di quest’iniziativa, che continuerà anche nei prossimi anni, e che costituisce un modello per le altre università. Massima fiducia in quest’Università che avrà la forza di riscattarsi”.