Si è svolto sabato pomeriggio, in un clima di festa e solidarietà, il grande corteo del Pride, che ha animato il centro storico del capoluogo etneo, da Piazza Cavour a Piazza Università. La sfilata, organizzato dalle associazioni Arcigay di Catania, Queers Catania, I sentinelli, Revolver Group, la Comunità Resistente Piazzetta e le Promotrici Alfi, ha travolto per il centro storico di Catania, celebrando ‘l’amore libero’, in opposizione a ogni forma di odio e repressione.
Solidarietà non solo nei confronti di tutta la comunità LGBTQI+, ma di tutte le minoranze confinate ai margini della società e spesso costrette a vivere in situazioni di disagio, violenza e discriminazione. Non sono infatti mancati i cartelloni di protesta anche contro l’arresto di Carola Rackete, capitano della nave Sea Watch 3, attraccata a Lampedusa la notte tra il 28 e il 29 giugno.
”Il Pride è un’opportunità preziosa non solo per la comunità LGBT – dichiara, dalle prime linee del corteo, una manifestante della Comunità Resistente Piazzetta –, ma per tutte le minoranze che in qualche modo sperimentano la violenza e la rabbia immotivata della società etero-patriarcale di oggi, per crearsi uno spazio in cui affrontare l’ odio e rispondere con l’amore. L’ amore crea legami più forti del bigottismo e dell’oscurantismo”.
”È vergognoso che una società che si descrive civile faccia discriminazione tra famiglie di serie A e, se va bene, famiglie di serie B – ci dice una manifestante in marcia –. Siamo cittadini come tutti gli altri, abbiamo gli stessi doveri che hanno tutti gli altri, eppure non possiamo godere degli stessi diritti degli altri”.
”Il Pride – spiega un manifestante – è un modo per mettere davanti agli occhi di chi vuole ignorare la comunità LGBT la diversità. Ancora oggi la diversità fa paura a gran parte della società, che risponde con l’odio e la repressione. La diversità esiste e va compresa, per questo è importante anche educare le nuove generazioni per porre fine a quest’ odio insensato”
Di educazione alla diversità si è parlato anche nella settimana che ha preceduto il corteo, durante la quale sono state organizzate molte iniziative nel centro storico della città, al fine di istruire e sensibilizzare i cittadini alla diversità rispetto allo stereotipo e le conseguenze che spesso questa porta con se.
Al canto di Bella Ciao si è quindi conclusa, in una cornice di musica, cartelloni e lustrini, la Pride Week 2019 di Catania, tra le speranze e la frustrazione di chi, dal carro dell’ Arcigay, urla: ”Abbiamo pari doveri, adesso dateci pari diritti”.