Quello che da anni è stato uno dei temi caldi che la Lega ha spesso portato all’attenzione dell’opinione pubblica, cioè il federalismo, con un maggior potere decisionale degli enti periferici (Regioni e Comuni) rispetto al potere centrale (lo Stato), e su cui spesso i cittadini hanno manifestato apprezzamento e parere favorevole, si appresta a vivere un nuovo capitolo.
Difatti dalla prossima settimana si discuterà in Consiglio dei ministri di una nuova legge sull’autonomia scolastica delle regioni, di cui è stata annunciata la discussione in consiglio per bocca del ministro Salvini.
Il percorso sembra avviato e si è sulla buona strada, ma mancano ancora dei passaggi fondamentali, come il passaggio preliminare nelle commissioni parlamentari, ed inoltre, si discute ancora con il ministero del sud per non rendere il provvedimento troppo sbilanciato a favore del Nord. Il rischio è di svantaggiare ulteriormente il meridione e il suo sistema scolastico.
Le regioni del Nord, tra le quali troviamo Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, sono già pronte a recepire il provvedimento legislativo ed hanno fretta che il governo concluda la questione con l’approvazione della legge.
Intanto, però, si preannuncia battaglia da parte di alcune sigle sindacali, che sono pronte a scendere in piazza già dal 25 giugno con un sit-in a piazza Montecitorio a Roma per manifestare contro la legge, lamentando la troppa diversificazione che si farebbe sul tema istruzione, oltre a prevedere squilibri economici e non solo per gli insegnanti del Sud.