Diversi studi hanno rivelato come una persona disordinata sia più produttiva rispetto a una più ordinata e precisa.
“Gli ambienti disordinati incoraggiano la ricerca delle novità lontano dai soliti paradigmi, il che può portare a nuove intuizioni, al contrario, gli ambienti ordinati favoriscono un modo di pensare convenzionale e stimolano l’aderenza agli schemi esistenti”. Lo afferma Kathleen Vohs, della Carlson School of Management dell’Università del Minnesota, sulla base di una ricerca che rivelerebbe come un ambiente disordinato stimoli, al contrario, la creatività.
Tra le categorie di persone più disordinate, ci sono senza dubbio gli universitari. Specialmente i fuori sede, infatti, devono spesso fare i conti con il proprio disordine e con quello del coinquilino “pigro”. Di fatto, però, non è questione di pigrizia: lo rivela un altro studio condotto da John Haltiwanger – scrittore di Elite Daily – secondo cui uno spazio di lavoro caotico non equivarrebbe necessariamente a una mente caotica.
Ma se dovessimo elencare tre caratteristiche degli studenti disordinati, o più in generale delle persone disordinate, quali sarebbero?
Haltiwanger afferma che essere precisi e ordinati, può essere necessario se non addirittura bello. Questo però sembra limitare la predisposizione al cambiamento, che per una persona ordinata potrebbe risultare difficile da accettare. Al contrario, coloro che decidono di abbracciare il caos hanno una percezione più matura del cambiamento, poiché nulla rimane pulito e in ordine per sempre, ma tutto torna inesorabilmente al disordine originale. Quest’ultimi “non permettono a oggetti o convenzioni di dettare legge nelle loro vite”.
Pare che gli studenti disordinati preferiscano tenere a portata di mano il materiale più urgente, mentre i lavori secondari vengono sommersi dal resto. Vi è quindi un sistema organizzativo, all’interno del loro stesso disordine, che li porta a essere più produttivi e ispirati nello svolgimento della loro attività.
Le persone disordinate tendono ad avere una visione più unitaria. Ciò spiega perché gli studenti disordinati preferiscono investire il tempo nel portare avanti compiti importanti, piuttosto che preoccuparsi di cose minori: questo permette loro di lasciar andare i dettagli e di concentrarsi sull’essenziale. Al contrario, quelli più ordinati necessitano di uno spazio più organizzato nel quale svolgere il lavoro, concentrandosi a svolgere con precisione ogni attività.
Naturalmente, tutto ciò non vuol dire che essere precisi e ordinati sia un aspetto negativo della propria personalità. Allo stesso modo, però, non lo è il contrario: si tratta di due differenti approcci nello svolgimento dei propri compiti. Certo è che mantenere un equilibrio tra ordine e caos renderebbe più produttiva ogni attività. Quindi se il vostro coinquilino vi richiama spesso all’ordine, ditegli che anche Albert Einstein era disordinato.
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