Uno studio dell'Oxford Internet Institute parla chiaro: entro 50 anni i profili dei morti supereranno quelli dei vivi. Ma a chi appartengono tutti quei dati?

Preparatevi alla lunga notte dei morti viventi, perché è ciò che vivremo entro 50 anni! O almeno, è ciò che accadrà su Facebook quando, secondo uno studio condotto dall’Oxford Internet Institute, il numero dei profili dei morti supererà quello dei vivi.
Queste statistiche, a detta di Carl Öhman, il ricercatore a capo dello studio, aprono uno spiraglio su domande difficili, come chi possiede tutti i dati che vengono messi in giro, come dovrebbero essere gestiti soprattutto nel “migliore interesse di famiglie e amici dei deceduti e i futuri utilizzi da parte degli storici incaricati di far luce sul passato“.
Controllare questa immensa mole di dati equivarrebbe ad avere un’importante presa sulla storia. “Mai prima d’ora abbiamo avuto un archivio così vasto di comportamenti umani e cultura in un unico luogo. Controllare questo archivio sarà, in un certo senso, come controllare la storia – sostiene David Watson, co-autore della ricerca, che prosegue – è importante assicurarci che l’accesso a questi dati storici non sia limitato a una singola compagnia a scopo di lucro. È anche fondamentale assicurarci che le future generazioni possano accedere alla nostra eredità digitale per comprendere la loro storia”.
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