Esami infiniti, materie interminabili, professori pretenziosi: ogni studente è consapevole della mole di stress che implica, quasi inevitabilmente, l’Università. A dimostrarlo uno studio condotto dall’American College Health Association che attesta come il 52% degli studenti universitari si trovi in difficoltà.
Non stupisce affatto se si tiene anche in considerazione che la popolazione degli studenti universitari è cambiata: chi frequenta l’università ha un’età più avanzata, appartiene a etnie diverse e spesso vive in condizioni economiche disagiate. Questo, unito al fatto che spesso sono soli ad affrontare tutto – perché distanti da casa e perché non hanno un effettivo supporto dalle strutture che si frequenta – li porta a vivere in un’incertezza, che si configura come ansia e stress e che porta a effetti negativi sia sulla crescita personale che formativa.
Le certezze, come ipotizza uno studio condotto da Sodexo insieme all’Institute for Quality of Life, potrebbero essere trasmesse ai ragazzi con l’istituzione di spazi all’interno delle strutture adibiti all’ascolto e al necessario supporto – sopratutto mentale – dei suddetti: con progetti di orientamento per continuare gli studi e affacciarsi al mondo del lavoro.
“Accademicamente esigenti si, ma al tempo stesso di supporto emotivo – dichiara Andreas Schleicher, Direttore del Consiglio per l’Istruzione e le Competenze presso l’OCSE -. È fondamentale comprendere il valore del benessere degli studenti e mantenere un ambiente favorevole al libero pensiero, alla comunicazione aperta e alle diversità di opinioni. Un modo per raggiungere quest’obiettivo è quello di creare esperienze personalizzate per i ragazzi“