Dopo Scirè, il caso Cavallo: “Ancora abusi sui concorsi all’Università di Catania”

Dopo il caso Scirè, professore che aveva fatto scandalo sui giornali e tv nazionali denunciando irregolarità e concorsi truccati all'Università, la storia sembrerebbe ripetersi. Un "nuovo" caso simile raccontato da "Trasparenza e merito" è quello del professore Cavallo, docente associato di Filosofia del Diritto che si sarebbe visto illegittimamente escluso da un bando di concorso per l’attribuzione di un assegno di ricerca. 

Ancora sospetti di incorrettezza, irregolarità e abusi aleggiano sui concorsi dell’Università di Catania. Dopo l’ormai celebre “caso Scirè” nuove ombre si gettano su un altro concorso dello stesso Ateneo catanese. Questa volta ad essere protagonista è Roberto Cavallo, studioso abilitato come professore associato in Filosofia del diritto nonché docente a contratto nella medesima disciplina presso l’Università di Firenze e all’Università della Tuscia. A tracciare le complicate vicende giuridiche del suo caso è il sito web trasparenzaemerito.org, associazione non profit, che nasce per aiutare coloro che intendono contrapporsi ad episodi di irregolarità nei concorsi universitari.

Le prime vicende del “caso Cavallo” risalirebbero al 2010, come si legge nella stessa lettera del professore indirizzata al Rettore, quando “dopo essere stato illegittimamente escluso da un bando di concorso per l’attribuzione di un assegno di ricerca in Filosofia del Diritto e dopo un singolare procedimento che addirittura aveva dichiarato fuori termine il ricorso al TAR, nonostante fosse stato presentato nei 60 giorni e conclusosi con una condanna in via definitiva nei confronti dell’Amministrazione al risarcimento danni per perdita di chance avendo sia il TAR Ct, sia il CGARS ritenuto la procedura illegittima ab origine.”

Nonostante i tribunali appositi gli avessero dato ragione, l’altra controparte, “favorita” secondo Cavallo dall’Università di Catania, avrebbe continuato a percepire regolarmente l’assegno di ricerca per circa 5 o 6 anni. Ma la storia non finisce qua. “Qualche anno fa – si legge ancora nella lettera – precisamente nel Giugno del 2017, l’Ateneo catanese ha bandito la proceduta sopra richiamata (RTD/A sempre nel settore scientifico- disciplinare IUS/20 – Filosofia del Diritto). Dopo la scadenza dei termini e la fissazione dei criteri di valutazione ad hoc (e dunque ben prima dello svolgimento della procedura vera e propria) ho subito inoltrato un’istanza di annullamento in via di autotutela, sostenendo che tale formulazione dei criteri avrebbe favorito, come di fatto avvenuto, ancora una volta la stessa persona”, vale a dire la solita controparte delle vicende sopra descritte.”

Questa volta, la Commissione avrebbe dichiarato non idoneo il prof. Cavallo al concorso, riservato a studiosi in possesso del solo dottorato di ricerca poiché non avrebbe raggiunto il punteggio minimo per soli due punti, nonostante però come contesta Cavallo, egli  fosse in possesso dell’Abilitazione Scientifica nazionale come Professore Associato nella disciplina oggetto del concorso conseguita per ben due volte nonché di altri titoli specifici e scritti pubblicati in riviste di fascia A ritenute dalla comunità scientifica eccellenti. La non idoneità dichiarata dalla Commissione nei confronti di Cavallo avrebbe inoltre, come documentato in una successiva istanza, comportato che, in caso di rinuncia o decadenza da parte del vincitore non sarebbe stato possibile per Cavallo nemmeno subentrarvi.

La solita controparte, assunta soltanto dal 22 Dicembre 2017 al 14 Febbraio, sarebbe stata dichiarata decaduta dopo appena un mese dalla sua nomina e la procedura sarebbe di fatto rimasta senza un vincitore. A quel punto, Cavallo ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato (fine marzo 2018) per chiedere di essere dichiarato vincitore della procedura in oggetto adducendo come motivazione che la Commissione aveva applicato in maniera difforme i criteri di valutazione stilati ad hoc valutando diversamente il possesso dello stesso titolo di dottore di ricerca in Filosofia del diritto.

Anche in questo caso – spiega Cavallo nella lettera – l’università piuttosto che risolvere tale questione in maniera rapida e definitiva, ha deciso di perseguire una strategia processuale dilatoria che ha comportato in primis il rinvio degli atti al TAR Catania e il procedimento è, ad oggi, ancora pendente. Sorge pertanto il dubbio che non si voglia selezionare il candidato più qualificato quanto il candidato “prescelto”. A corroborare tale ipotesi sovviene il fatto che, nonostante il presente procedimento sia ancora pendente, l’Ateneo ha deciso inopportunamente di bandire un nuovo concorso per una posizione identica a quella oggetto degli atti già impugnati, ovvero una selezione per ricercatore a tempo determinato, legge 240/2010, art. 24 comma 3 lettera a) settore scientifico disciplinare IUS/20 – Filosofia del diritto pubblicato nella G.U.R.I. del 26 febbraio 2019. Fermo restando, dunque, la possibilità di poter esperire nuovamente domanda di partecipazione, rimane comunque il forte rischio di veder ulteriormente pregiudicata la mia posizione.”

Il timore del prof. Cavallo è proprio quello di vedere il replicarsi delle vicende già vissute. È per tale ragione che il prof. Cavallo avrebbe scritto tale lettera al Rettore dell’Università chiedendo l’annullamento immediato del Bando in oggetto, il quale già sembrerebbe, a suo avviso, presentare delle irregolarità.

A ciò si aggiunge – conclude il prof. Cavallo – l’anomalia del bando richiamato, il quale, oltre a prevedere il possesso di ben due lingue straniere (inglese e francese) non giustificato da un eventuale “profilo plurilingue dell’ateneo”, è stato finanziato per un terzo da un ente esterno ovvero il centro di ricerca LabOnt presso l’Università di Torino. Appare più che legittimo il dubbio che tale finanziamento sia stato approvato dal predetto centro con largo anticipo rispetto all’effettiva pubblicazione del bando permettendo ai soggetti che ivi lavorano in possesso di tale informazione privilegiata, non solo di presentare la propria domanda di partecipazione, ma addirittura pubblicare saggi e monografie in vista del predetto concorso. Non ci vuole insomma molta fantasia per capire che, come accade purtroppo in molti atenei italiani, non c’è spazio per un candidato ‘poco gradito’ al Dipartimento e dunque ogni mezzo è lecito pur di‘estrometterlo’.”

Sofia Nicolosi

Sofia Nicolosi nasce a Catania il 16 settembre 1997. Laureata in Relazioni internazionali, sogna di poter avere un futuro nel giornalismo e nella comunicazione in ambito europeo e internazionale. Dopo la scrittura e lo storytelling, le sue grandi passioni sono i viaggi e lo sport. Tra i temi a cui è più legata: i diritti umani e i diritti sociali, l'uguaglianza di genere e la difesa ambientale. Contatti: s.nicolosi@liveunict.com

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