Rompe il silenzio il patron rossazzurro, che in una lunga intervista rilasciata a Telecolor parla a tutto tondo dei rapporti col Calcio Catania, l'ad Pietro Lo Monaco e i tifosi, riservando anche una stoccata alla FIGC.
Sono passati un bel po’ di mesi da quella folle estate del 2018, quando la società Calcio Catania aveva per un attimo coronato i suoi sogni di promozione nella categoria cadetta grazie una sentenza che la promuoveva in Serie B, con grande esultanza di calciatori e tifosi arrivata troppo presto. Poi settimane di attesa, col fiato sospeso, in apnea, in attesa di conferme che dall’alto non sono mai arrivate, e infine di nuovo la C, dove il Catania ha ricominciato a giocare alla fine di un mese di stop forzato.
Le vicende estive hanno senza dubbio lasciato degli strascichi nel cuore dei tifosi e compromesso anche le prestazioni della squadra, ma più di tutto hanno danneggiato la società a livello economico. Senza freni Antonino Pulvirenti, che in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Telecolor torna a parlare del suo rapporto col club e i tifosi, ma soprattutto chiede alla FIGC un cospicuo risarcimento.
“Per i danni subiti questa estate – afferma il patron rossazzurro – con la vicenda dei ripescaggi, che ci ha penalizzato in diversi campi, abbiamo avanzato una richiesta di risarcimento pari a 20 milioni di euro“.
Il tempo e i tribunali vedranno se dare ragione allo storico numero uno del Catania o meno, ma per il momento c’è da concentrarsi sul presente. Pulvirenti tenta di gettare acqua sul fuoco, e a proposito delle polemiche sorte nell’ultimo mese tra l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco e i tifosi, che hanno anche visto la città imbrattata di graffiti insultanti nei confronti dell’ad, difende l’operato del primo, invitando tutte le parti coinvolte a calmare le acque e soprattutto a riempire il Massimino.
“Mettiamoci una pietra sopra, abbassiamo tutti i toni e continuiamo a essere un tutt’uno com’eravamo prima”, dichiara distensivo a Corner. “Se la tifoseria deve contestare – continua – è giusto che contesti, ma è anche giusto che se la società vuole fare la giornata rossazzurra dev’essere libera di farla, nel rispetto dei ruoli”.
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