La Regione siciliana vara nuove misure per frenare la corruzione dei medici del servizio sanitario regionale e fare chiarezza dei rapporti che legano i camici bianchi con le case farmaceutiche.
L’arresto per corruzione del primario di Urologia del Policlinico di Catania, Giuseppe Morgia, avvenuto nell’ambito di un’inchiesta sulla gara di bacino da 55 milioni di euro per l’acquisto di materiale urologico, ha attivato un campanello d’allarme alla Regione.
Dal Palazzo dei Normanni sono state annunciate norme severe contro la corruzione, i cui effetti si iniziano già a vedere. L’assessorato regionale alla Salute, infatti, ha varato nuove misure anticorruzione che tutti i manager dovranno adottare. A partire dall’obbligo per tutti i medici dipendenti del servizio sanitario nazionale di dichiarare i propri rapporti con case farmaceutiche e fornitori e denunciare se ricevono soldi o benefit per partecipare a eventi scientifici.
Le misure regionali diventano ancora più stringenti quando si tratta di cercare di prevenire, contrastare e isolare gli episodi di corruttela in corsia. Una direttiva dell’assessore regionale Ruggero Razza, infatti, chiede di regolamentare in ciascuna delle strutture sanitarie regionali la “modalità di accesso degli informatori scientifici sia del farmaco che degli integratori e dei fornitori (o potenziali tali) di presidi sanitari, prevedendo forme di rendicontazione ufficiale da trasmettere alla Direzione aziendale“.
All’interno della direttiva si trova anche un modulo per l’autocertificazione, contenente una serie di quesiti che dovrà essere adottato dalle aziende per acquisire dichiarazioni pubbliche di interessi da cui si evincano rapporti tra il personale e soggetti terzi, eventuale ricezione, diretta o per tramite di enti o organizzazioni, di contributi, strumentazione sanitaria, partecipazioni gratuite a corsi, convegni e iniziative in cui sponsor sono le Aziende farmaceutiche o di fornitura di presidi sanitari, nonché fornitura farmaci o altro genere di supporto non dovuto.
Oltre alle Aziende del Sistema sanitario regionale, la direttiva è stata allargata anche alle Onlus e alle associazioni senza scopo di lucro che collaborano con esso, chiamate a sottoscrivere una dichiarazione in cui dovranno essere indicati i finanziamenti pubblici ricevuti.
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