È ancora molto recente lo schiaffo accusato dai cittadini meridionali che nel 2019 non vedranno passare per le strade delle loro città i partecipanti al Giro d’Italia. Tra polemiche e giustificazioni, la discussione è stata archiviata come l’ennesima “ingiustizia” subita senza possibilità di replica.
Il ciclismo, tuttavia, non ha dimenticato completamente i suoi fan siciliani riportando in vita una tradizione addirittura più vecchia dello stesso Giro d’Italia: il Giro di Sicilia.
Nata nel 1907, la competizione precede di due anni quella che è diventata una delle tre corse a tappe più importanti del circuito professionistico UCI World Tour. A differenza del Giro d’Italia, il Giro di Sicilia non ha avuto una cadenza regolare, basti pensare che il maggior numero di edizioni consecutive si è svolto tra il ’48 e il ’60. Prima di interrompersi del tutto nel 1994, il Giro di Sicilia cambiò identità, trasformandosi nella Settimana Ciclistica Internazionale.
Il ritorno della competizione in Sicilia, organizzata da Rcs Sport, segna tuttavia una svolta da quel lontano ’77, anno dell’ultima corsa disputata nell’Isola: un’opportunità per le nuove generazioni di riscoprire il ciclismo e innamorarsene, e un’opportunità per chi vive fuori dai confini siciliani di ammirarne le bellezze con maggiore attenzione. Perché per le tre giornate, in programma dal 3 e il 6 aprile, i giochi sono ancora aperti: non si conoscono ancora le tappe, cosa che regala ai cittadini di ogni provincia la possibilità di sognare il passaggio dei ciclisti nelle strade della zona. Se la tappa sull’Etna sembra scontata, praticamente dovuta, va ricordato che anche la zona occidentale dell’isola riserva delle sorprese e scenari da mozzare il fiato.
Pur trattandosi di una categoria inferiore (2.1), gli amanti delle competizioni ciclistiche non potranno farsi sfuggire l’occasione di prendere parte a un evento che potrebbe segnare la rinascita di un pezzo storico sportivo tutto siciliano che punta già a grandi nomi come Nibali, Caruso e Visconti.
Leggi anche: Giro d’Italia, è polemica per l’esclusione del Sud: “Tagliata mezza cartina”
È ancora molto recente lo schiaffo accusato dai cittadini meridionali che nel 2019 non vedranno passare per le strade delle loro città i partecipanti al Giro d’Italia. Tra polemiche e giustificazioni, la discussione è stata archiviata come l’ennesima “ingiustizia” subita senza possibilità di replica.
Il ciclismo, tuttavia, non ha dimenticato completamente i suoi fan siciliani riportando in vita una tradizione addirittura più vecchia dello stesso Giro d’Italia: il Giro di Sicilia.
Nata nel 1907, la competizione precede di due anni quella che è diventata una delle tre corse a tappe più importanti del circuito professionistico UCI World Tour. A differenza del Giro d’Italia, il Giro di Sicilia non ha avuto una cadenza regolare, basti pensare che il maggior numero di edizioni consecutive si è svolto tra il ’48 e il ’60. Prima di interrompersi del tutto nel 1994, il Giro di Sicilia cambiò identità, trasformandosi nella Settimana Ciclistica Internazionale.
Il ritorno della competizione in Sicilia, organizzata da Rcs Sport, segna tuttavia una svolta da quel lontano ’77, anno dell’ultima corsa disputata nell’Isola: un’opportunità per le nuove generazioni di riscoprire il ciclismo e innamorarsene, e un’opportunità per chi vive fuori dai confini siciliani di ammirarne le bellezze con maggiore attenzione. Perché per le tre giornate, in programma dal 3 e il 6 aprile, i giochi sono ancora aperti: non si conoscono ancora le tappe, cosa che regala ai cittadini di ogni provincia la possibilità di sognare il passaggio dei ciclisti nelle strade della zona. Se la tappa sull’Etna sembra scontata, praticamente dovuta, va ricordato che anche la zona occidentale dell’isola riserva delle sorprese e scenari da mozzare il fiato.
Pur trattandosi di una categoria inferiore (2.1), gli amanti delle competizioni ciclistiche non potranno farsi sfuggire l’occasione di prendere parte a un evento che potrebbe segnare la rinascita di un pezzo storico sportivo tutto siciliano che punta già a grandi nomi come Nibali, Caruso e Visconti.
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