All'indomani dello spaventoso terremoto che ha colpito il Catanese, il Presidente della Regione Musumeci menziona ancora una volta la difficile situazione dell'edilizia scolastica in Sicilia.
Ieri, a San Giovanni La Punta, il Presidente della Regione Nello Musumeci ha incontrato i sindaci delle città più colpite durante il sisma che ha scosso tutto il Catanese alle prime ore del giorno di Santo Stefano. Nel fare il punto della difficile situazione creatasi, Musumeci ha voluto menzionare un tema difficile che sta molto a cuore di tutti i genitori: l’edilizia scolastica in Sicilia.
Già a settembre, infatti, il Presidente aveva avvertito dei disagi all’interno delle strutture scolastiche, denunciando come il 60% di esse non fossero a norma; di conseguenza, poi la Regione aveva stanziato 270 milioni per la ristrutturazione e la messa a norma delle scuole, destinandoli maggiormente a Palermo e Messina, per poi dividerli anche tra le scuole agrigentine, trapanesi, di Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa.
All’indomani del terremoto, Musumeci ripropone la sua denuncia; a differenza di qualche mese, la percentuale si è alzata: adesso le scuole fuori norma sono l’80%. Nelle sue dichiarazioni, il Presidente di dice sorpreso di come “qualcuno si sorprende delle attività sismiche. La Sicilia è la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale”.
Una contraddizione che non dovrebbe proporsi in una delle zone più a rischio sismico tra tutte. Di conseguenza, il Presidente Musumeci spiega sul cosa concentrarsi davvero: “sulle infrastrutture, su quelle particolarmente sensibili come gli ospedali e le scuole”, concludendo ragionando sul come “sono questi i veri temi che devono fare riflettere tutti”.
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