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Scuola, previsto grande sciopero docenti: lezioni a rischio da Nord a Sud

Sciopero in vista per tutto il comparto scuola: sindacati, docenti e personale scolastico dicono no alla manovra di Bilancio e alle modifiche previste per la scuola italiana.

Lezioni a rischio per venerdì 30 novembre, giorno in cui è previsto un grande sciopero del comparto scuola. Dirigenti, docenti di ruolo e non aderiranno allo sciopero per manifestare il proprio dissenso riguardo alcune delle misure previste nella legge di Bilancio per la scuola.

Il Miur ha diffuso ufficialmente la circolare dello sciopero a tutte le scuole circa 10 giorni fa, e si prevede che l’adesione allo sciopero da parte dei docenti sarà elevata. Lo sciopero si svolgerà nelle principali città italiane ma il cuore della protesta sarà a Roma, in Viale Trastevere, davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, alle ore 9.30.

Le motivazioni dello sciopero derivano proprio dall’insoddisfazione riguardo le misure previste dalla legge di Bilancio.Non ci piace la legge di bilancio – ha dichiarato il segretario USB Luigi Del Prete a Tecnica della Scuola –  siamo di fronte ad un Governo che parla moltissimo ma che per l’istruzione pubblica sta facendo davvero poco. Prendiamo ad esempio la questione contrattuale: all’epoca del Governo Renzi, le attuali forze di maggioranza hanno fatto fuoco e fiamme contro l’aumento di 85 euro, considerandolo del tutto insufficiente, ma adesso ci troviamo di fronte ad una proposta che fa assolutamente rabbrividire. Lo stanziamento previsto dalla legge di bilancio basta infatti solo per garantire l’elemento perequativo e per riconoscere l’indennità di vacanza contrattuale che è un meccanismo che è sempre esistito ed è dovuto per legge.”

Pertanto, lo sciopero del 30 novembre mira a ottenere:

  • l’abolizione dell’ASL e l’eliminazione dell’invalsi
  • una vera quota 100 e l’immissione in ruolo su tutti i posti liberi
  • una mobilità equa che permetta il rientro degli esiliati
  • ruolo per chi ha 36 mesi di servizio
  • assunzioni per gli ATA per coprire il fabbisogno nelle scuole
  • internalizzazione dei servizi gestiti dalle cooperative e l’assunzione diretta degli ex LSU ATA ad essi adibiti
  • reali aumenti salariali
  • rifiuto della regionalizzazione
  • ritiro della delega sul sostegno
  • integrazione degli alunni stranieri e inserimento di italiano L2 in tutte le scuole

 

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