Tasse universitarie: gli studenti italiani tra i più tassati d’Europa

Tasse sconcertanti e insostenibili per gli studenti universitari e le loro famiglie: per questo molti abbandonano prima o sono costretti a trovare lavori che intralciano il normale percorso di studi.

Pochi laureati in Italia, soprattutto tra coloro che hanno un’età dai 30 ai 34 anni, dove la percentuale di chi è riuscito a indossare la corona d’alloro si attesta al 26,5%, quasi la metà dei coetani svedesi e norvegesi, i quali superano il 50%. Meglio del Bel Paese anche Francia e Germania, dove la cifra si arresta rispettivamente al 34% e al 44%.

A influire sul percorso scolastico degli studenti, le considerevoli quote delle tasse che pesano sul bilancio familiare. In confronto agli altri paesi europei, l’Italia ha una pressione fiscale elevatissima. In media le famiglie sborsano 1534 euro solo in tasse.

Si calcola che circa l’87% degli studenti abbia un esborso superiore ai 100 euro di tassa, una cifra altissima in confronto agli altri paesi europei.  Ad esempio, nei paesi scandinavi – Svezia, Finlandia e Norvegia – i giovani non pagano nessuna tassa per frequentare le università.

Differenti sistemi di tassazione sono presenti negli altri paesi europei: non si pagano tasse superiori a 100 euro all’anno in Danimarca, Germania, Grecia, Cipro, Malta, Polonia, Scozia e Turchia, in Francia la percentuale di studenti che paga tasse sopra i 100 euro è al 68%, mentre in Spagna sale ancora raggiungendo il 70%. Cifre, seppur non eccellenti, lontane dal triste record dell’Italia.

Anche per quanto riguarda il numero di borse di studio erogate il nostro paese non ottiene un buon risultato: solo il 12% dei richiedenti riesce a usufruire dell’aiuto economico. In Germania il numero degli assegnatari sale al 22%, in Spagna al 28% e in Francia al 33%.

Da anni gli studenti italiani protestano per ottenere gli stessi benefici, chiamando in causa numerosi governi che hanno ignorato le loro richieste.

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