Coraggio, grinta e intraprendenza. È il breve identikit di Martina La Piana, sedicenne catanese, che nei giorni scorsi ha conquistato la medaglia d’oro nella boxe femminile alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires. La giovane, altezza 160 e peso 51 kg, ha gareggiato nella categoria pesi mosca (48-51 kg) e, in finale, ha stracciato la nigeriana Adijat Gbadamosi.
I giudici non hanno avuto alcun dubbio e il voto è stato unanime: un meritatissimo 5 a 0 per Martina che, nel corso delle Olimpiadi, aveva già battuto senza troppe difficoltà avversarie importanti come l’indiana Jyoti, campionessa del mondo under 17 di due anni più grande, e la statunitense Heaven Destiny Garcia, campionessa del mondo in carica.
Già medaglia d’oro agli Europei Giovanili di Sofia dell’anno scorso, la catanese si è presa una bella rivincita dopo la delusione dei mondiali di Budapest di agosto, dimostrando a tutti che le donne della boxe italiana ci sono e non hanno intenzione di farsi pestare i piedi da nessuno. Un avvertimento che l’ambiziosa Martina sottolinea già pochi minuti dopo la vittoria: ai giornalisti ha voluto precisare che questo era solo il primo dei suoi numerosi sogni.
“Inizialmente non mi sono subito resa conto di aver vinto una cosa così importante, l’ho realizzato solamente qualche minuto dopo. Salire sul podio più alto, ascoltare l’inno italiano è davvero la sensazione più bella che si possa provare, fa venire i brividi… — ha dichiarato la campionessa ai microfoni di LiveUnict — Me lo aspettavo, pur sapendo di avere avversarie davvero forti tra cui due campionesse del mondo, ma ci credevo davvero tanto. Lo volevo a tutti i costi e mi sono impegnata al massimo per riuscirci”.
Tanta determinazione per un traguardo fortemente desiderato, ma anche tanti sacrifici. Martina ci rivela che la preparazione per questo evento è stata lunga e che, a partire da gennaio di quest’anno, ha passato la maggior parte del suo tempo ad allenarsi in nazionale, ad Assisi, tornando a casa dai suoi genitori spesso solo per tre giorni. Genitori che erano presenti a Buenos Aires, silenziosi e discreti ma felicissimi per la vittoria.
Proprio con il padre Martina sembra aver un rapporto speciale, una figura che è stata anche una più che mera ispirazione per la sua carriera da boxer: “La mia passione per la boxe è nata grazie a mio padre. Ho scelto di praticare questo sport perché volevo seguire le sue orme e volevo fare sempre tutto uguale a come lo faceva lui perché per me è un esempio, è il mio eroe” — ci racconta.
Quella di Martina è la quarantunesima medaglia azzurra a queste Olimpiadi, dove l’Italia ha collezionato ben 16 ori, 12 argenti e 13 bronzi. Tra tutte, proprio la medaglia della giovane catanese è quella che pesa di più per via della sua unicità: la sua è la prima medaglia d’oro olimpica nella boxe femminile italiana. Tuttavia questa vittoria non ha fatto lo stesso rumore di altre, non solo a livello nazionale ma anche a livello locale.
Lo stesso coach di Martina, Giovanni Cavallaro, ha sottolineato con dispiacere come nessun segnale di stima sia stato mandato dalle istituzioni politiche cittadine dalle quali ci si aspettava almeno un cenno per una vittoria difficile e meritata. Al momento, tuttavia, Martina non sembra badarci, concentrata a suo parere su cose più importati: “Mi basta avere accanto la mia famiglia e le persone che mi vogliono bene”.
Non c’è tempo, infatti, per perdersi in chiacchiere. Dopo essere rientrata a Catania, accolta in aeroporto con grande entusiasmo e affetto da parenti, amici e compagne di squadra, Martina è già al lavoro e pensa al prossimo obiettivo: “Adesso mi impegnerò al massimo per le competizioni del 2019 tra cui gli Europei, alcuni tornei e i Mondiali. Ma il mio obiettivo principale sono le Olimpiadi di Tokyo 2020”.