L’Anvur, Agenzia Nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, ha stilato il rapporto relativo al triennio 2014-2016 circa le risorse dedicate alla ricerca.
I dati non sono del tutto sconfortanti, anche se rispetto alla media europea su 20 paesi considerati l’Italia si attesta al 15° posto per spesa del PIL destinata ai campi della ricerca, ovvero solo l’1,32%. In generale si è registrato un piccolo incremento del PIL dedicato a Ricerca e Sviluppo nel triennio 2014/2016 rispetto al precedente.
Al livello regionale, invece, si continua a registrare un forte divario fra Centro-Nord regioni del Sud e delle Isole. Mentre al Settentrione le spese sono pari o addirittura superiori rispetto alla media italiana, con il Piemonte che solo raggiunge livelli pari alla media europea, il Mezzogiorno presenta quote più basse. Nello specifico la nostra Isola si attesta a 1 punto percentuale di PIL (0,11 in più rispetto al valore registrato nel 2013), distanziandosi di 1,15 rispetto al Piemonte, e di 0,34 punti rispetto alla media italiana.
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La destinazione prevalente della spesa è quella del privato (57,7%), tuttavia l’analisi delle fonti di finanziamento mostra che, nonostante il calo dell’8% dal 2010, quelli pubblici rappresentano ancora una quota considerevole del totale, pari al 42,0%.
Situazione infelice per il personale impiegato in attività di Ricerca e Sviluppo, che, rispetto al totale della forza lavoro, risulta inferiore rispetto alla media europea, e in particolare i ricercatori, pari al 48% degli impiegati, sono di molto inferiori rispetto alla media dell’Unione Europea, che si attesta al 64%.