Si trova lavoro, in breve tempo e con un’ottima retribuzione: questi sono sicuramente i dati più interessanti offerti da Almalaurea per la ricostruzione del profilo della condizione occupazionale post-laurea dei laureati in professioni sanitarie dell’Unict, sia di primo livello (Professioni sanitarie della riabilitazione, infermieristiche e dell’ostetrica e tecniche) che di magistrale (Scienze riabilitative delle professioni sanitarie).
Come emerge dai dati presi in considerazione, dei 149 laureati intervistati (della triennale di professioni sanitarie), il 67,80% lavora. Il conseguimento della laurea avviene – in media – intorno ai 24,6 anni (con un voto di 109,3), mentre l’ingresso nel mercato del lavoro è in media di un mese, riuscendo a ricoprire il tempo adottato per laurearsi (3,6 anni). Inoltre, la retribuzione mensile netta è pari a 1.195€.
La condizione occupazionale migliora se si consegue la laurea magistrale in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie: dei 29 laureati intervistati da Almalaurea, l’89,70% lavora con una retribuzione mensile netta pari a 1.279€ (sempre considerando la media). Qui, gli studenti al momento della laurea registrano in media 27,1 anni, con un voto di 110,9. Stesso dato dei laureati di primo livello, si registra anche nel tempo di ingresso nel mercato del lavoro.
Sia i laureati di triennale che di magistrale preferiscono lavorare in settori d’attività privati (rispettivamente: 80,20% e 84,60%). Per il settore pubblico si registra il 14,90% per i laureati con triennale e 7,70% per i laureati con magistrale, mentre per settori no profit si registra – rispettivamente – il 5,00% e il 7,70%.
Inoltre, sembra che il miglioramento sul posto di lavoro venga notato: il 100% dei laureati con triennale lo nota nella posizione; mentre i laureati con magistrale lo notano nelle mansioni svolte (33,30%), nelle competenze professionali (33,30%) e sotto altri punti di vista (33,30%). Tuttavia, mentre i laureati di triennale – in misura elevata – utilizzano il 72,30% delle competenze acquisite durante gli studi, quelli di magistrale ne utilizzano il 23,10%.