Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio punta su giovani ed agricoltura rilanciando i voucher. Sarà la volta buona per ottenere dei veri risultati attraverso un mezzo risultato per certi versi fallimentare in passato?
Il voucher è un buono rilasciato a titolo di prenotazione o di ricevuta di pagamento per determinati servizi ed impieghi occasionali di tipo accessorio e, dunque, nato per migliorare la realtà legata a precisi ambiti lavorativi. Tale strumento, infatti, originariamente era stato pensato per la retribuzione di colf e badanti, oltre che per gli addetti in ambito agricolo, impiegati in lavori stagionali come la vendemmia. Sarebbero proprio gli agricoltori, oggi, a desiderarne la reintroduzione e l’utilizzo.
Negli ultimi anni, tuttavia, il buono lavoro ha rappresentato un fallimento: tra il 2015 e il 2016, in effetti, si è abusato di tale mezzo in modo spropositato, estendendo il pagamento in voucher a molti altri settori e causando, secondo il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, dei “record indegni”.
Ciò ha portato, nel corso dello scorso anno, a una raccolta firme e varie manifestazioni di piazza ad opera del sindacato di Corso d’Italia e contro il governo a guida Pd per abolire i buoni lavoro. L’obiettivo verrà raggiunto il 17 marzo 2017.
Eppure, in questi giorni, si è assistito a un cambio di rotta . Il leader politico del Movimento 5 stelle, convinto che la cancellazione dei voucher abbia provocato forti disagi, ne ha proposto il ritorno.
I buoni lavoro migliorerebbero la condizione di tutte le fasce più deboli, mantenendo attivi i pensionati e permettendo un aumento di 50 mila assunzioni per i tanti giovani interessati al lavoro nei campi agricoli. Secondo la Coldiretti, sarà proprio l’agricoltura, infatti, ad ottenere maggiori vantaggi dai voucher e a giungere a uno sviluppo mai constatato prima: i vertici, di conseguenza, premono affinché sia possibile usufruirne di nuovo e al più presto, perché l’estate coincide con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne e lascerà presto spazio al periodo volto alla vendemmia.
I voucher, in sintesi, rappresenterebbero per chi governa un’occasione da cogliere, un mezzo che farà bene sia al settore agricolo, che a molti giovani disoccupati o precari, dovrebbe garantire la trasparenza delle attività, arginando il lavoro nero.
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