Nuovi controlli del Nas hanno portato al sequestro di oltre 2 tonnellate di tonno rosso a Catania.
Dopo i numerosi casi di intossicazione alimentare registrati in varie parti della Sicilia a causa del tonno rosso, i carabinieri del Nas hanno rafforzato i controlli anche nella provincia di Catania e Messina, dove sono stati sequestrati in totale circa 2.200 chili di tonno e di altre specie ittiche.
I carabinieri del Nas e i veterinari del dipartimento di prevenzione dell’Asp di Catania hanno individuato nella zona della periferia della città un deposito all’ingrosso di prodotti ittici totalmente abusivo, dove erano stati appena accantonati sette esemplari di tonno rosso di oltre due quintali ciascuno, per i quali non era dimostrabile né la provenienza, né la salubrità attraverso la certificazione sanitaria obbligatoria.
L’intervento effettuato dai carabinieri ha scoperto una tipica situazione di un’attività di contrabbando attuata per eludere le procedure comunitarie che prevedono anche per il tonno rosso regole di mercato regolate da quote nazionali che devono essere rispettate nelle fasi di cattura ed immissione nel mercato interno.
La stretta nei controlli effettuata dal Nas nei confronti di pescherie e distributori di prodotti ittici in tutta la Sicilia nord-orientale, oltre che nella zona del Palermitano e del Trapanese, nasce a seguito delle segnalazioni dei numerosi casi di intossicazione alimentare registrati nelle province siciliane, dovuti proprio all’ingerimento del tonno rosso.
Infatti, nelle scorse settimane diverse persone sono finite in ospedale dopo aver mangiato tonno rosso. A Palermo più di sei persone sono state intossicate, mentre a Messina sarebbero circa trenta le persone finite in ospedale per intossicazione alimentare da tonno rosso.
I casi di intossicazione registrati sono dovuti al pessimo stato di conservazione del tonno venduto da esercenti, pescherie ed ambulanti. Infatti, soprattutto in estate, se i venditori non rispettano il mantenimento della catena del freddo, con le alte temperature il pesce va facilmente incontro a processi di degradazione organica, producendo grandi quantità di istamina, responsabile dell’intossicazione alimentare.
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