Luciano Fontana, attuale direttore del Corriere della Sera, è stato ospite all'Università di Catania, per presentare il suo ultimo libro "Un paese senza leader". L'incontro ha permesso di riflettere sulla crisi dei tradizionali valori politici, di cui il direttore ha parlato ai microfoni di LiveUnict.
Il Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, ha accolto Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, che sabato 28 aprile ha presentato il suo ultimo lavoro editoriale “Un paese senza leader – Storie, protagonisti e retroscena di una classe politica in crisi“.
Il libro, pubblicato da Longanesi e illustrato dal vignettista Emilio Giannelli, ci restituisce l’analisi del clima politico italiano raccontato proprio da chi, come il Direttore, ha un punto di vista privilegiato su protagonisti e retroscena della nostra classe dirigente. L’incontro è stato un’occasione per riflettere sulla crisi dei tradizionali valori politici, che hanno avuto un peso anche sulle elezioni in Italia.
“Per risolvere questa crisi si possono fare diverse cose, partendo dal principio del coraggio e della responsabilità. – spiega ai microfoni di LiveUnict il direttore Luciano Fontana – Innanzitutto, trasformare il processo di formazione delle decisioni politiche dei leader, evitando quello che è accaduto in questi ultimi anni, ovvero che la politica dell’immediatezza e del seguito sui social siano la caratteristica dominante della leadership politica. Il leader non si deve rispecchiare solo nei propri elettori, ma deve proporre delle soluzioni avendone la forza e saper trascinare i cittadini in un progetto”.
“Il secondo punto – continua – credo che sia un profondo cambiamento istituzionale della legge elettorale, che permetta finalmente di far decidere ai cittadini non solo la rappresentanza politica ma anche il governo del paese. Questi sono due punti fondamentali che credo i partiti debbano assumersi come priorità, in questa fase cosi tumultuosa e difficile”.
Proposte attuabili solo dai futuri governi eletti e che sicuramente non ci danno una prospettiva semplice di soluzione. Tuttavia, è interesse della politica determinare anche chi e come dovrà guidare l’Italia, e che ruolo abbiano i giovani in questo processo.
“Penso che il compito fondamentale sia recuperare solidità, profondità e spessore culturale nell’agire sociale e politico. – spiega Luciano Fontana a LiveUnict – Non pensare che la frase ad affetto e la parola più urlata siano la soluzione ai problemi. Non esistono soluzioni semplici urlate; esistono lo studio, la competenza, il merito e anche la passione e il coraggio di saper perseguire delle strade che sembrano difficili. Credo che proprio dalla scuola possa arrivare il vento che può cambiare anche la politica”.
L’incontro, ultimo di tre tappe nell’Isola, si è svolto presso l’aula A1 dell’ex Monastero, ed è stato organizzato dal Giovanni Camardi, professore di Logica e Filosofia della Scienza. A fare gli onori di casa è stato Luciano Granozzi, delegato ai Servizi culturali del Magnifico Rettore Francesco Basile, e il prof. Antonio Di Grado, ordinario di Letteratura italiana, che ha analizzato l’attuale situazione politica. Moderatore dell’evento è invece Salvo Fallica, un ex studente di Filosofia laureato proprio a Catania e oggi giornalista del Corriere della Sera.
La presentazione del libro diventa così occasione per parlare dell’Università e della sua importanza nella formazione delle future rappresentanze del nostro Paese, anche e specialmente quelle relative alla comunicazione, come i media giornalistici. Durante l’incontro, il professore Camardi ha raccontato della tesi redatta da Luciano Fontana intitolata Linguaggi ordinari e linguaggi formali in Karl Popper, discussa con Tullio De Mauro, e con cui il Direttore si è laureato in Filosofia del Linguaggio presso l’Università La Sapienza di Roma.
Si è anche discusso della sua pluriventennale esperienza di giornalista di Fontana, che ha potuto conoscere i retroscena del panorama politico di quegli anni. Ha sofferto anche personalmente le vicende politiche di sinistra, lavorando presso l’Unità e restando vicino a personaggi influenti come Walter Veltroni (legato da un’amicizia personale e di cui fu il principale collaboratore) e Massimo D’Alema, avuto come direttore. Secondo Fontana, dal momento del crollo del Partito Comunista, che rappresentò agli occhi di Luciano Fontana la fine di un “mondo di riferimento” e di un assetto politico mondiale, non c’è più stato un leader capace di rappresentare un progetto politico unitario. Proprio l’attuale situazione è frutto di questa profonda mancanza.
Il Direttore del Corriere ci consegna un’analisi dei principali protagonisti italiani di questi anni, tratteggiando più l’esperienza personale avuta con ciascuno nel corso della sua carriera e le storie che ha avuto modo di raccontare sul quotidiano. Tratti umani insomma, al di là del colore politico dei vari leader di partiti.
Sul finire è poi emerso il problema, attuale quanto mondiale, delle fake news. Seppure una soluzione non sembra facile da trovare, Luciano Fontana spiega che dare spessore legale editoriale ai contenuti fruibili sul web potrebbe garantire una certa responsabilità da parte di Google e Facebook (fra i tanti), che attualmente non hanno. Ma la cosa più importante resta la formazione e la consapevolezza di ciascuno di noi, l’unico modo per arginare questo annoso problema.
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