Lo Strituvad è una sperimentazione per lo sviluppo di un vaccino contro la tubercolosi. Etna Biotech e l’Università di Catania sono all'apice del progetto.
Si chiama Strituvad (ovvero Trial for tubercolosis vaccine development) ed è un progetto finalizzato allo sviluppo di un vaccino contro la tubercolosi. Il progetto è stato battezzato nei laboratori catanesi di Etna Biotech, coordinatore del progetto insieme con il Dipartimento di Scienze del farmaco dell’Università degli studi di Catania. Il presidente dell’azienda biotecnologica, Reinhard Glieck, biologo molecolare e ricercatore di fama internazionale, si dice soddisfatto sia per il progetto in sé, sia per il fatto che proprio Catania è sede di un’ambizione simile.
Strituvad è stato approvato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 (research and innovation act – legge su ricerca e innovazione) e il compito specifico di Etna Biotech è la realizzazione di un modello computazionale in grado di testare il clinical trial di fase II. Il termine tecnico indica una fase di prova volta per sviluppare nuovi candidati vaccinali terapeutici che, in combinazione con le terapie attualmente usate, riducano i tempi di trattamento, limitando anche lo sviluppo di multiresistenze e proteggendo i pazienti da future ricadute.
Proprio l’azienda catanese dispone di innovative strategie di modellistica computazionale, in grado di integrare e potenziare i dati degli studi clinici standard utilizzati per testare i trattamenti terapeutici nei pazienti affetti dalla tubercolosi. Un processo complesso, che permetterà di abbassare i costi relativi agli studi clinici e i tempi per la commercializzazione dei farmaci.
Sono inoltre coinvolti nel progetto della durata di 4 anni e mezzo anche l’Università di Sheffield (UK), l’Archivel Farma (Spagna), lo Stichting Tuberculosis Vaccine Initiative (Olanda), l’Infectious Disease Research Institute of Medical Sciences (India).
Se l’esito del progetto sarà positivo, il vaccino biotech sarà una valida alternativa al Bcg. Un prodotto sviluppato ormai 80 anni fa e attualmente in uso in tutto il mondo ma la cui efficacia purtroppo non è sempre valida. Finora non si è potuto sviluppare un vaccino in grado di prevenire o curare la malattia e, a causa delle resistenze agli antibiotici, è sempre più difficile curarla. La tubercolosi è endemica in alcuni continenti, come l’Asia e l’Africa, e gli scambi culturali favoriscono la propagazione del virus. L’alta mortalità non rende facile il ridursi della frequenza di trasmissione.
Proprio l’obiettivo dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) stabilito nel 2014, è quello di eliminare entro il 2035 la tubercolosi epidemica e pertanto lo studio in questione sarà di fondamentale importanza.
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