Siciliani migranti verso un nord pieno di speranze ed opportunità: sempre in aumento il numero di giovani isolani che scelgono di partire alla ricerca di un futuro migliore lontano dalla Sicilia.
Una terra fertile, un mare da sogno e tramonti mozzafiato. Bellezze dal valore inestimabile, pezzi di storia sparsi per le campagne e per le città di un’isola che è rimasta sola e unica. La Sicilia, dal mito alla storia che da millenni la raccontano al mondo, rischia di restare viva solo nei ricordi di chi la abbandona. Lo sanno bene i giovani siciliani che oggi sono costretti ad andar via dalla terra natìa.
Nel 2017 ben 10 mila cervelli sono partiti alla volta del nord Italia e di mete estere alla ricerca di un’occupazione che possa essere all’altezza delle proprie propsettive o dei propri studi, costati sacrifici ma non ancora ripagati con la giusta meritocrazia. Quello che manca è sicuramente un serio piano di investimenti nel mondo del lavoro, oggi sempre più inquadrato come lavoro precario che sottomette quei pochi e coraggiosi giovani che decidono di restare nella loro terra. Nella regione Sicilia il 48% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con un tasso di disoccupazione fra i più alti d’Europa, sfiorando quasi il 40%.
Se molti scelgono di andare al nord forse vuol dire che lassù non si sta poi così male: anche gli studenti si orientano sempre più spesso verso atenei situati dalla Toscana in su, da Pisa a Bologna, da Torino a Milano. Alcuni partono entusiasti di affrontare questa esperienza, probabilmente colti da un’irrefrenabile voglia di scoprire e di vivere che a diciotto anni si manifesta in tutta la sua potenza, molti di questi poi diventano dei veri cittadini del mondo, in grado di trovare la propria città in qualsiasi parte del pianeta. Altri invece partono con l’intenzione di migliorarsi per migliorare la propria terra, dunque per arricchire il bagaglio e “tornare giù”.
È questo il caso della Dott.ssa Giulia Campo, laureata in Giurisprudenza presso l’Ateneo di Catania in tempi da record, che ha già ultimato anche i diciotto mesi previsti per la pratica per la professione di avvocato e appena conseguito un Master in Diritto delle Nuove Tecnologie e Informatica Giuridica.
Giulia ci racconta come è stata la sua esperienza di stage a Milano negli ultimi tre mesi: pochi forse per intendere appieno la vita al nord, ma abbastanza per sfatare qualche falso mito. Ripensando ai giorni precedenti alla partenza per Milano afferma: “Non ero per niente entusiasta di trasferirmi, avrei preferito una realtà più piccola e a misura d’uomo. In realtà mi sono dovuta ricredere, ho scoperto una città ricca di fascino, culturalmente vivace e stimolante, organizzata e assolutamente vivibile. Mi aspettavo di trovare un ambiente molto formale e un atteggiamento “freddo” da parte dei colleghi, che è spesso quello che noi del Sud pensiamo dei Lombardi. E invece… anche se l’azienda in cui lavoro conta più di 1000 dipendenti, ho trovato un ambiente familiare“.
Un parere positivo che lascia spiazzati dinanzi all’idea che solitamente siamo abituati ad avere ascoltando solo i pregiudizi, addirittura Giulia aggiunge che: “Le prime settimane i miei colleghi di stanza mi presentavano alle altre funzioni aziendali, mi accompagnavano a casa se facevamo tardi e a Natale ci siamo scambiati i regali“.
Il rapporto con le persone acquista così un punto favorevole per il nord, come il rapporto con il tempo, al quale il meridionale non si adatta facilmente, essendo abituato alle comodità dell’isola e ai suoi tempi lunghi. Bisogna ricrederci anche su questo , se pensiamo che il grande mezzo della metro semina chilometri in pochi minuti. Il tutto però prevede un’organizzazione personale che deve essere alla base di ogni giornata, tranne che non si abiti vicino al luogo di lavoro.
“L’ultima periodo di stage – aggiunge Giulia – vivevo a 30 km da Milano e impiegavo un’ora e mezza per raggiungere l’ufficio con i mezzi, nonostante fosse molto stancante non l’ho mai vissuto come un disagio grazie alla facilità negli spostamenti e al funzionamento della rete trasporti“.
Lavorare per un’azienda multinazionale di notevole importanza a livello mondiale, come quella che ha ospitato Giulia in questi mesi, rappresenta una grande opportunità per la carriera e per le scelte professionali di una giovane under 30, ma per quanto la soddisfazione arrivi puntuale ogni giorno in ambienti di questo calibro, la calamita a volte la sentiamo tirare solo “da giù”.
“Sia le persone che ho incontrato che le esperienze vissute in città hanno fatto sì che io, anche a 1500 km di distanza, mi sentissi a casa. Sono cresciuta, professionalmente e personalmente, mi sono misurata con difficoltà e successi nuovi. Sicuramente è stata una grande occasione di confronto con una realtà completamente diversa, per molti aspetti, da quella da cui provengo. Sono convinta che questa esperienza ha cambiato il mio modo di vedere le cose aggiungendo alla mia personalità tre elementi: fiducia nelle mie capacità, determinazione nel cercare di realizzare i miei sogni, apertura nei confronti degli altri”.
Se è vero il detto siciliano tramandato dai nostri nonni “Cu nesci arrinesci” (chi va lontano, riesce a realizzarsi), allora ben si adatta alla situazione di Giulia, che ha scelto di tornare in Sicilia per dare il suo contributo, una parte del suo bagaglio culturale e professionale infatti tornerà in Sicilia con lei. Questo il motivo che l’ha spinta a scegliere la propria terra come patria per la sua vita lavorativa, oltre agli aspetti che alcuni spesso sottovalutano: la famiglia, quel nucleo di persone che quando abitano sotto lo stesso tetto a volte non si parlano nemmeno presi da mille impegni, ma che poi ti mancano da morire…e a quel punto il tempo per una telefonata si trova, e la chiacchierata dura più tempo di quelle nel corridoio di casa. Giulia torna perché l’altra metà del suo cuore è qui in Sicilia e se si pensa di costruire qualcosa insieme lo si deve fare nello stesso posto.
“Quando la scelta del Master è ricaduta sull’ateneo di Bologna, con successivo stage a Milano, non è stato facile lasciare tutti per affrontare questa sfida, lasciare amici e impegni che coltivavo da sempre. La grinta e la consapevolezza di partire per poi tornare è stata fondamentale e forse propedeutica affinché accettassi viaggi continui tra carnet di Ryanair e promo di Alitalia”.
Della Sicilia mancano tante cose quando ti trovi a 1500 km, mancano i sorrisi dei tuoi amici di sempre, mancano le domeniche dalla nonna circondata dall’affetto di nipoti, zii e cugini. Manca il mare, con quel suo sussurrare una melodia che ci riporta indietro a tutte le estati della nostra vita, manca il sole che ci fa sorridere ogni giorno anche dinanzi ad una giornata che può essere buia per altri aspetti.
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