Il traffico delle città italiane è l’oggetto di studio dell’interessante classifica stilata da TomTom Telematics. Tra i 25 centri urbani analizzati figurano anche tre importanti città siciliane. I loro livelli di traffico sono tra i più alti e ben due di queste città si posizionano sul podio per maggiore quantità di ingorghi e code automobilistiche. A sorpresa, tra le siciliane, Catania è la città con un livello di traffico meno intenso. Palermo la peggiore d’Italia.
Livello di congestionamento automobilistico pari al 29% e 101 ore spese annualmente soltanto per svincolarsi dagli ingorghi stradali. Sono questi i dati che Tom Tom Telematics ha raccolto in merito ai livelli di traffico automobilistico inerenti la città di Catania. Secondo questa classifica, che fa riferimento ai dati più recenti e completi del 2016, la città etnea risulta essere la settima città d’Italia per livello di congestionamento stradale. Non sono dati che possono fare onore alla città e il problema del traffico a Catania è una delle esperienze maggiormente condivise tra i residenti del Comune o della Città metropolitana. Ci si potrebbe consolare constatando i livelli di traffico automobilistico delle altre due città siciliane analizzate da Tom Tom Telematics. Infatti Messina e Palermo presentano dei risultati ben peggiori. La città sullo stretto guadagna la posizione sul terzo gradino del podio di questa classifica nazionale: l’aumento del traffico si attesta al 39%. Un dato che corrisponde a 130 ore passate in mezzo al traffico e che grava anche sulle aziende che, per via del congestionamento automobilistico e dei problemi di viabilità hanno sostenuto una spesa pari a 10.664.617,60 di euro. Tutti questi valori aumentano prendendo in analisi la situazione di Palermo che si classifica al primo posto per livello di traffico, pari infatti al 43%, di tre punti maggiore a quello di Roma. In un solo anno i palermitani perdono ben 149 ore seduti in auto ad attendere che gli ingorghi si liberino e le aziende sono gravemente colpite dal forte tasso di congestionamento, spendendo ben 35.925.822,10 di euro proprio per via di problematiche legate e causate dalla scarsa viabilità.
Se è vero che l’analisi inerente il traffico catanese si prospetta meno preoccupante rispetto a quella emersa dai dati raccolti per Palermo e Messina, ciò non basta a far passare in sordina il fatto che i catanesi nel 2016 hanno impiegato ben 101 ore in auto e le aziende etnee hanno dovuto affrontare spese aggiuntive pari a 16.703.822,38 euro in più proprio a causa dell’alto livello di traffico. Da notare che la percentuale di congestionamento di Catania si presenta come una curva che tende verso livelli sempre più alti. Infatti, rispetto agli anni precedenti si registra un aumento del 3% del livello di ingorgo stradale e la percentuale pare proprio aumenterà nel futuro, a meno che interventi urbanistici decisivi e definitivi invertiranno questa tendenza.
Dunque le conseguenze negative causate dall’aumento del traffico sono delle questioni (annose, ormai) che le autorità potranno risolvere soltanto ricercando nuove soluzioni e investendo in progetti interessanti ancora da mettere alla prova e che mirano a ridurre il traffico cittadino attraverso un approccio green, digitale e improntato su un modello partecipativo.
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