Da poco annunciata la notizia che molti fan del bestseller di Umberto Eco aspettavano: Il nome della rosa diventerà una serie tv. Fatti da parte, Game Of Thrones.
Il progetto Rai, che vede un lungo periodo di gestazione prima di arrivare ad una concreta realizzazione, sembra adesso prendere forma, specialmente dopo l’annuncio ufficiale che arriva direttamente dal Mipcom, mercato internazionale del film e della programmazione tv di Cannes. Il nome della rosa si avvia a diventare una serie tv. Una gioia per le orecchie degli amanti della combo serie tv-storia-classici della letteratura, che nonostante l’annuncio immediato devono comunque pazientare ancora un pò.
Le riprese, infatti, avranno inizio a partire da gennaio negli studi di Cinecittà. Prodotto da Rai e Wild Bunch e diretto dal regista Giacomo Battiato, Il nome della rosa si svilupperà in sei puntate, e tra gli interpreti principali comprende John Turturro nei panni di Guglielmo da Braskerville, monaco-detective interpretato da Sean Connery nella fortunata trasposizione cinematografica dell’86, e Rupert Everett nel ruolo dell’antagonista Bernardo Gui.
l’idea della trasposizione televisiva del bestseller, in cantiere da circa tre anni, ha avuto modo di passare sotto lo sguardo dello stesso “padre” del romanzo, Umberto Eco, semiologo italiano scomparso nel 2016 che ha comunque avuto modo di supervisionare la sceneggiatura scritta da Andrea Porporati.
La nascente serie televisiva dovrà fare i conti con il suo antenato cinematografico, compito oneroso dal momento che la celebre pellicola si porta dietro innumerevoli premi e riconoscimenti tra cui due Bafta, un César, tre nastri d’argento e cinque David di Donatello.
La serie sarà girata in inglese, e con un budget previsto di 23 milioni di euro continuerà l’opera di internazionalizzazione della televisione italiana, già avviata dalla precedente serie televisiva sulla storia dell’antica famiglia fiorentina dei Medici. Chissà se, continuando su questa scia, la tradizione della serie tv italiana potrà collocarsi accanto ai colossi americani che i giovani d’oggi amano tanto.
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