Dibattito e polemica su un fatto accaduto venerdì scorso alla facoltà di Lingue dell’Università di Macerata: pare che una professoressa abbia interrotto la lezione per un momento di preghiera, invitando gli studenti a recitare l’Ave Maria.
Un fatto fuori dal quotidiano all’università maceratese, dove gli stessi studenti – a quanto pare – sono stati costretti a recitare o ad ascoltare la recita dell’Ave Maria, chiesta dalla professoressa. È subito protesta all’interno dell’ateneo, dove, ad insorgere per primo, è un movimento studentesco.
Secondo quanto comunicato dal movimento, la docente ha interrotto la spiegazione per questa richiesta atipica in un’università laica. C’è stato chi ha recitato insieme alla professoressa l’Ave Maria, chi è rimasto in silenzio e chi si è alzato dal posto e se n’è andato, accompagnato dallo sguardo e dalle parole di disapprovazione della stessa. “In ogni caso si è trattato di una limitazione della libertà personale, di una cosa talmente assurda che non avremmo mai immaginato potesse accadere e dover segnalare questo accaduto ci fa letteralmente cadere le braccia” dichiara il movimento studentesco.
Il gruppo studentesco chiede di rispettare la spiritualità dello studente, che è un fatto intimo e privato, invitando la professoressa a scusarsi direttamente con gli studenti per l’accaduto. Inoltre, viene chiesto anche l’intervento dell’ateneo per un eventuale provvedimento.
Sulla questione interviene il rettore dell’Università di Macerata, il professore Francesco Adornato, che ritiene il gesto “assolutamente improprio e censurabile”. Sempre il professore Adornato, dichiara: “L’università è uno spazio di convivenza pacifica e rispettosa di opinioni, culture e fedi religiose; non è luogo di gesti di tale impatto divisivo, né di imposizione e non può essere accettato dalla comunità universitaria né dal rettore stesso. – Conclude Adornato – Chiedo scusa a tutti coloro che sono feriti nella sensibilità e nella fiducia verso l’Università“.
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