Studente vittima del furto di una bici alla Cittadella universitaria: il padre ha scritto una lettera di lamentele a La Sicilia, spiegando l’accaduto e chiedendo più sicurezza.
“Sono il padre di uno studente universitario che sabato, – scrive il genitore – primo giorno di lezione, ha ricevuto bel regalo all’interno della Cittadella universitaria: mentre era a lezione, ignoti delinquenti gli hanno rubato la bicicletta a pedalata assistita lasciata nel parcheggio adiacente il Dipartimento di Matematica e Informatica. Nonostante i due cavi d’acciaio che la tenevano ben legata a un solido palo di ferro, i ladri l’hanno portata via senza lasciare traccia”.
“Vorrei rivolgere al rettore una domanda – continua – è normale che chiunque possa entrare e uscire dalla Cittadella per fare ciò che vuole (osservare, valutare, provare e quindi rubare?) L’apparato di vigilanza (parola forse esagerata) che – penso – l’Università paga fior di quattrini, ha una funzione ben precisa o si limita soltanto ad azionare una sbarra ai varchi della Cittadella?”.
“Da contribuente mi sento ancora una volta defraudato delle tasse che pago giacché questo servizio – che dovrebbe garantire la serenità di chi all’interno dell’Università studia e lavora – esiste anche grazie ai cittadini che come me non possono fuggire al fisco. – conclude – Auspicherei che episodi come questo – che possono sembrare di poco conto e che invece procurano disagi notevoli a chi li subisce – non siano frequenti all’interno dell’istituzione universitaria. Perché se così non fosse, sarebbe opportuno che anche altri malcapitati scrivano al rettore per indurli a porsi seriamente il problema e trovare una soluzione adeguata. Un suggerimento: perché non installare ai varchi d’accesso dei sistemi automatici sul modello Telepass e a tornelli chiusi per fare entrare alla Cittadella solo chi effettivamente la frequenta? Probabilmente aumenterebbe la sicurezza e l’Università risparmierebbe un mucchio di soldi”.