
Il concorso, riconosciuto dal Consiglio d’Europa, premia ogni anno le migliori innovazioni efficienti in materia giudiziaria.
Il progetto “Migrantes“, elaborato dal Tribunale di Catania in collaborazione con la facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania, è arrivato tra i quattro finalisti dell’importante riconoscimento europeo.
Il fine dell’innovativo piano di lavoro, che già ha dato i suoi primi frutti, è quello di ridurre i tempi di trattazione e migliorare la gestione delle procedure relative al riesame delle richieste di protezione internazionale che, con il vertiginoso aumento delle migrazioni, hanno destabilizzato anche gli uffici operativi del Tribunale.
In effetti, i dati numerici lasciano a bocca aperta: su circa 160.000 sbarchi registrati solo nel 2016, sono state registrate circa 6.568 richieste di protezione internazionale (una media di circa 250 richieste al mese, non solo individuali ma anche riguardanti procedimenti familiari), il 62% delle quali viene praticamente rifiutata, con un 5% di totale concessione della protezione necessaria e un 33% di una forma più bassa di quella richiesta. Inoltre, si registrano tempi di durata dei procedimenti quasi infiniti , in media 1.220 giorni ciascuno, registrati solamente nel 2015.
Con una prima attuazione del progetto “Migrantes“, i tempi sono stati dimezzati: adesso si contano 650 giorni per procedimento, un’accelerazione dei tempi di marcia notevole ed utile, dovuta agli obiettivi prefissati dall’innovativo elaborato giudiziario. Il 27 ottobre, a Edimburgo, avrà luogo la cerimonia di premiazione del migliore tra i quattro progetti in finale. Vi parteciperanno autorità internazionali e locali, tra cui il dottor Francesco Mannino, il presidente del Tribunale di Catania e il dottor Mariano Sciacca, coordinatore del progetto “Migrantes” e presidente della sezione del Tribunale di Catania.
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