Laurearsi in “Medicina e Chirurgia” continua ad essere la massima aspirazione degli studenti italiani che desiderano frequentare l’università. Sebbene le più recenti prove d’ingresso facciano ben sperare per un futuro abbassamento del livello di difficoltà, la selezione nazionale continua ad essere molto serrata; tuttavia, per non mollare l’obiettivo, molti aspiranti medici da tutta Italia hanno deciso di guardare alle università estere, sopratutto quelle dei paesi balcanici, in continua crescita per numeri e prestigio.
Gli studenti italiani che hanno già fallito il test di medicina si rivolgono, da qualche anno, alle principali università di Bulgaria ed Albania, dove è comunque presente la prova d’ingresso ma più abbordabile, a detta degli stessi. Per la maggior parte dei partecipanti, si tratta di un ulteriore tentativo per non perdere un anno; inoltre, data la crescente diffusione del “fenomeno”, aumentano anche i gruppi organizzati di studenti con partenza dalle grandi città italiane, spesso capeggiati da un tutor. Unico ostacolo, in questo caso, sarebbe rappresentato dalle rette universitarie: a Tirana, la cattolica “Nostra Signora del buon consiglio” è tra le mete più gettonate, pur presentando tasse annuali che si aggirano sugli 8.000 euro; la cifra non è per niente irrisoria ma tra i vantaggi vi è anche una convenzione con l’Università di Roma – Tor Vergata, che consente ai docenti di quest’ultima di insegnare presso l’ateneo albanese.
I numeri evidenziano una crescita importante di questa autentica “migrazione” studentesca: si è passati dai 100 studenti del 2015 ai 500 del 2016 relativamente al numero dei concorrenti per il test di medicina: gli stessi sostengono che la prova in Albania consisterebbe in domande di chimica e biologia principalmente; in alcuni casi per guadagnarsi il posto, è bastato anche un colloquio in inglese attraverso Skype mentre è praticamente impossibile imbattersi in domande di logica o cultura generale, il pericolo più temuto nelle selezioni italiane. Il percorso accademico, comunque, è pur sempre difficile, senza escludere la possibilità di perdere l’anno in caso di scarso rendimento. Anche per questo, sono più di un centinaio all’anno gli studenti italiani che chiedono poi il trasferimento in Italia e questo dimostrerebbe – per adesso senza alcun commento dai vertici ministeriali – come siano realmente pochi gli studenti davvero interessati a completare il proprio percorso laureandosi in Albania o Bulgaria, nonostante il titolo accademico sia comunque valido anche in Italia, dove permane un forte pregiudizio sociale sugli atenei balcanici, tale da compromettere – secondo alcuni – le possibilità di impiego lavorativo nel nostro Paese.
Per la Bulgaria, tra i nomi più gettonati dagli studenti italiani, figura la “Medical University of Sofia”, dove la retta si aggira sempre sugli 8.000 euro annuali; per la selezione, è sufficiente una buona preparazione liceale. Molto apprezzata è anche l’offerta formativa, che a detta dei più ambiziosi permetterebbe di sperare in una futura carriera all’estero, possibilmente in Francia, Germania o America.
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