L’ispettore della Polizia Municipale, aggredito a Catania il mese scorso, oggi è fuori pericolo, ma i deficit cognitivi rimasti sono gravissimi. Non riconosce nessuno e “sembra un bambino di un anno”, dice la famiglia.
Incapace di intendere e di volere: è quanto rimane di Luigi Licari, l’ispettore della Polizia Municipale, pestato a sangue da un branco a Catania. Il fatto è accaduto il 2 settembre scorso, quando Luigi non stava facendo altro che svolgere il proprio lavoro, vigilando su una strada chiusa al traffico. L’ispettore ha impedito il passaggio ad un giovane in scooter senza casco e, poco dopo, questi è tornato con un gruppo di amici che hanno aggredito il vigile, colpendolo con un casco.
Le condizioni del vigile erano apparse gravi sin da subito, ed era stato ricoverato e operato per una grave emorragia cerebrale. In coma farmacologico all’ospedale Cannizzaro di Catania, oggi Luigi è fuori dal coma e fuori pericolo, ma le conseguenze di quell’aggressione sono gravissime. Pare, infatti, che il vigile non sia più in grado di riconoscere nessuno tranne che la sua famiglia. Fissa il vuoto, dorme e spesso si lamenta per i dolori.
Luigi – come riporta fanpage.it – è stato trasferito in un centro di riabilitazione a Cefalù, in provincia di Palermo. La sua famiglia vive un incubo. Le persone che lo ha aggredito, invece, sono ancora a piede libero, e una sola persona è accusata di lesioni personali gravissime.
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