Niente compiti a casa: prende il via il progetto del MIUR in cinque città italiane con l’obiettivo di migliorare l’organizzazione didattica nelle scuole del Paese.
Addio compiti a casa. Migliaia di alunni stanno per tornare tra i banchi di scuola dopo le lunghe vacanze estive e, con essi, l’incubo dei compiti a casa torna a far capolino nella mente di studenti, genitori e insegnanti. Quella dei compiti da svolgere a casa, infatti, è una questione che, da diversi anni, divide: i più tradizionalisti sostengono che siano fondamentali per elaborare, acquisire e avere un riscontro del lavoro svolto in classe; altri, al contrario, li considerano inutili e un carico di lavoro superfluo per studenti, insegnanti e spesso genitori che devono fornire supporto.
Per l’anno 2017/18, però, sembrano prospettarsi importanti novità che vanno in una direzione ben precisa: la cancellazione definitiva dei compiti a casa. Pare, infatti, che stia per avviarsi un progetto sperimentale proposto dal Ministero dell’Istruzione e, in particolare, da Raffaele Ciambrone (pedagogista e funzionario del MIUR) che coinvolgerà le classi di cinque diverse città italiane (Biella, Verbania, Milano, Torino, Trapani) con lo scopo di migliorare l’organizzazione didattica nelle scuole.
Le polemiche potrebbero essere dietro l’angolo, ma pare non si tratti affatto di ridurre il lavoro di alunni e insegnanti e, quindi, di impoverire l’apprendimento: i compiti si faranno ma in maniera diversa e saranno meglio distribuiti nel corso delle ore spese in classe. Le attività didattiche si svolgeranno direttamente a scuola, suddividendo la giornata in una parte teorica e in una prettamente pratica. In particolare, secondo il progetto sperimentale, gli insegnanti di italiano e matematica delle scuole elementari dovrebbero alternarsi tra la mattina e il pomeriggio con lo scopo di fare lezione continuata, facendo assimilare prima l’argomento e passando, poi, ad una parte pratica con una sorta di laboratorio. In questo modo, l’argomento studiato non verrà abbandonato fino a quando non verrà acquisito, evitando la sovrapposizione di contenuti e il sovraccarico di lavoro. Tra le novità più interessanti del progetto, c’è l’idea di affrontare gli argomenti in maniera interdisciplinare.
Anche Valeria Fedeli si era già espressa in merito, dichiarandosi contraria all’assegnazione dei compiti in casa: secondo la ministra, infatti, gli studenti di oggi dovrebbero essere liberi di svolgere altre attività al di fuori dell’orario scolastico. Condizione irrinunciabile, ovviamente, è quella di lavorare di più a scuola. Non ci resta che attendere, dunque, i risultati del progetto: sarà l’Università di Milano ad elaborare i dati, somministrando un questionario alle classi coinvolte al fine di monitorare gli effetti della sperimentazione.
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