Ci sono lauree che danno maggiori possibilità di lavoro rispetto ad altre? La risposta è affermativa. Esiste una nicchia di corsi di laurea che dà la possibilità effettiva di guadagnare almeno 200 euro netti in più ed entrare in settori professionali in cui il tasso di occupazione è altissimo. Cosa c’è da aggiungere? Si tratta degli stessi corsi di laurea più trascurati dagli studenti.
Statistica, matematica, fisica e chimica. Sono questi i corsi di laurea che offrono buone prospettive di impiego e di retribuzione e paradossalmente sono quelli più boicottati dagli studenti italiani. Pochissimi scelgono questi percorsi accademici. A rendere evidente questa tendenza sono i dati del Miur sulle iscrizioni dell’anno accademico 2016-2017. Nel dettaglio, su un totale di 283mila iscritti all’università le matricole di statistica sono solo 1.087. Di più quelle di matematica, che arrivano a 2.810 unità e vengono superate dalle matricole di fisica, che sono 3.842. Ma la preferita a quanto pare è chimica 4.175 neo-iscritti. Comunque si tratta di numeri davvero esigui. Considerando che raggruppando questi dati si arriva ad un totale di solo 4,2% matricole, la situazione diventa ancora più cristallina.
Insomma, solo una piccolissima fetta degli universitari italiani accede all’opportunità di far propri i vantaggi offerti da questi corsi di laurea. Occasioni che, considerato il periodo poco felice per l’occupazione giovanile, sono paragonabili alla presenza di acqua in un’oasi in mezzo al deserto. Dunque, quali sono i vantaggi di iscriversi a questi corsi? Impiego a breve distanza dal momento della laurea, stipendi sopra la media, tipologia contrattuale a tempo indeterminato.
Almalaurea non potrebbe sfornare dati più chiari dei seguenti: il 93% dei laureati di primo livello in settori scientifici ha trovato impiego entro cinque anni dal titolo. Un dato che supera lo standard dell’acclamata Ingegneria, come anche quello dell’area medico-sanitaria. A questo si aggiungono i dati sugli stipendi. Chi ottiene una laurea magistrale in un settore scientifico viene retribuito in media con 1.649 euro mensili. Seguono i laureati in ambito chimico-farmaceutico, con 1.576 euro, succeduti dai laureati nel settore statistico- economico, che guadagnano in media 1.515 euro. Non male, considerando che il valore generale si annida a poco più di 1.400 euro. Quadro complessivo reso ancora più invitante dal fatto che ben il 63% dei contratti nei settori chimico-farmaceutico, scientifico e statistico sono contratti a tempo indeterminato. Le aziende hanno difficoltà a trovare profili professionali con le skills fornite dai corsi universitari “di nicchia” e pensano bene di trattenere a sé i professionisti reclutati.
A cosa è dovuta la scarsità di iscrizioni a questi corsi di laurea? Semplicistico attribuire la causa ad un diffuso disinteresse per queste discipline da parte degli studenti italiani. Di certo la didattica delle materie scientifiche sarebbe da riformare, ma stando agli esperti di risorse umane il problema sta soprattutto in una scarsa coscienza dei lavori a cui preparano corsi di laurea come statistica e matematica. E allora forniamo qualche esempio. Una laurea in statistica, anche solo di primo livello prepara a diventare data scientist ossia “scienziato dei dati” e attuario o, per dirla in un altro modo, l’esperto nel calcolo di probabilità sugli eventi futuri in ambito economico -finanziario. Una laurea in matematica fa gola a tutte quelle realtà alla ricerca non solo di data scientist, ma anche di ingegnere dei Big Data, machine learning specialist, analista degli investimenti e consulente.
Insomma, ci sono ottime opportunità in Italia per chi sceglie di studiare statistica, matematica, fisica e chimica. E se si avesse voglia di lavorare all’estero? Il vantaggio aumenta, e non di poco. In Germania un laureato in scienze statistiche, attuariali e finanziarie arriva a guadagnare più di 80mila euro all’anno.