Andrea racconta su LiveUniCT la storia del proprio elaborato finale e la consegna dello stesso al batterista della leggendaria band inglese.
Ha scritto una tesi sui Pink Floyd e l’ha consegnata a Nick Mason. È questa la storia dell’augustano Andrea Zanti, laureatosi lo scorso luglio in Lingue e Letterature straniere presso l’Università degli Studi di Catania. LiveUniCT ha intervistato il giovane per conoscere i dettagli dell’incontro e discutere di una tesi che definire speciale è riduttivo.
“La mia tesi nasce – ci racconta Andrea – da un’immensa passione per la musica e per i Pink Floyd in modo particolare. Sappiamo tutti che scrivere una tesi è un compito impegnativo e che merita tanta attenzione, così ho pensato che incentrarla su un argomento a cui tenessi particolarmente potesse spronarmi non solo a far bene ma anche a trovare piacevoli e mai stancanti le ricerche bibliografiche ed il conseguente lavoro di stesura. Ho proposto un argomento recente e probabilmente mai trattato prima d’ora: ‘The Endless River’, l’ultimo album dei Pink Floyd uscito nel 2014. Spesso le tesi di laurea incentrate sui Pink Floyd racchiudono analisi dei testi delle canzoni o continui rimandi ai ‘soliti’ album come ‘The Dark Side of The Moon’ e ‘The Wall’. Io volevo qualcosa di diverso, che potesse costituire una novità in tutti i sensi. Supportato dal mio relatore, il Prof. Halliday, ho quindi coniugato l’argomento Pink Floyd a uno studio sull’evoluzione del linguaggio ai tempi del social network, luogo virtuale in cui l’album è stato annunciato e pubblicizzato. In questo senso, ho applicato delle nozioni di linguistica e di pragmatica studiate durante la carriera universitaria alla storia dell’album per dimostrare come il marketing musicale e i rapporti tra artisti e fan stiano oggigiorno cambiando, prendendo nuove e interessanti direzioni rispetto a quelle già viste con la comunicazione radiofonica, televisiva o per mezzo stampa”.
La tesi di Zanti è salita alla ribalta qualche settimana fa quando è riuscito a consegnare l’elaborato al batterista dei Pink Floyd, Nick Mason. “Poco più di un mese fa, al Victoria & Albert Museum di Londra, è stata allestita la mostra ‘Their Mortal Remains’ dedicata ai Pink Floyd per il 50esimo anniversario dalla loro fondazione. Di tanto in tanto, all’interno della mostra, vengono organizzati degli eventi speciali con tematiche particolari e ospiti d’eccezione. Tramite un’amica, Laura, sono venuto a conoscenza della partecipazione di Nick Mason a una conferenza sulle luci e sui light show che i Pink Floyd erano soliti proporre nei loro concerti. A quel punto, ho acquistato il biglietto per la conferenza e sono andato a Londra per prenderne parte. Una volta concluso l’evento, Mason si è intrattenuto con i presenti (poco meno di 25 persone) ed io ho avuto l’opportunità di parlargli per una decina di minuti, fargli autografare la mia tesi e consegnargliene una copia. Era visibilmente soddisfatto e diverse volte mi ha fatto i complimenti: lui stesso ha poi deciso di autografare una pagina della mia tesi nella quale era presente una sua citazione (‘The Sum is Greater Than The Parts’). L’anno scorso, due mesi dopo la laurea, Mason era stato informato di questo lavoro e per l’occasione, si era premurato di farmi avere anche una sua foto autografata in segno di apprezzamento. Vedermi a Londra, giunto apposta per incontrarlo e per mostrargli il mio lavoro, è stata in un certo senso una sorpresa anche per lui”.
Andrea è anche un musicista, per cui viene spontaneo rivolgergli un’ultima domanda: secondo te, oggi, quanto è importante la cultura musicale in ambito accademico e qual è il suo ruolo all’interno di UNICT? “Domanda difficile! – sorride Andrea – Penso comunque che nel contesto citato la cultura musicale sia molto importante e lo testimonia il fatto che da sempre essa abbia ispirato e influenzato positivamente l’attività di tantissimi luminari della letteratura, del teatro, del cinema e dell’arte in generale. In questo senso, un’adeguata cultura musicale, soprattutto in campo umanistico, può davvero fare la differenza e consentire agli studenti di esprimere delle potenzialità che resterebbero altrimenti nascoste e poco sfruttate. Oltretutto, penso che un buon bagaglio culturale e musicale possa rendere una persona molto più interessante da un punto di vista umano e sociale. Difficile stabilire comunque quale sia l’attuale ruolo della cultura musicale dentro UNICT anche se in questi anni ho potuto notare molto fermento a riguardo. Nel mio dipartimento, quello di Scienze umanistiche, tanto per fare un esempio, assisto con piacere al proliferare di eventi che promuovono tematiche significative attraverso spettacoli musicali e bellissime rassegne. Il ruolo della cultura musicale non è fine a sé stesso dunque, ma è veicolo di importanti messaggi per gli studenti dell’ateneo e per l’intera comunità”.