Il termine incunabolo deriva dal latino incunabulum e significa propriamente “in culla”: esso designa un documento stampato grazie ai caratteri mobili tra la metà del secolo XV e il 31 dicembre del 1500. A Catania è di recente nato un progetto ambizioso e molto utile: catalogazione e descrizione accurata del fondo di 132 incunaboli delle Biblioteche riunite “Civica e A. Ursino Recupero”.
A questo progetto sta lavorando un gruppo di studio costituito dalla professoressa Simona Inserra, docente dell’Università di Catania, dal professor Marco Palma, docente dell’Università di Cassino e da alcuni studenti.
“Il progetto nasce dall’esigenza di approntare un catalogo degli incunaboli sostanzialmente diverso da quelli effettuati precedentemente- ha affermato la professoressa Inserra ai microfoni di LiveUniCT, – in quanto questo si pone come obiettivo la descrizione fisica del libro e di tutto l’apparato delle note di provenienza“. Questo lavoro si pone sulla scia della pubblicazione del catalogo degli incunaboli siracusani effettuata un anno fa, pubblicazione che ha ispirato la professoressa Inserra e che le ha fatto nascere il desiderio di effettuare un progetto di questo tipo.
Come ha sottolineato la professoressa, “Si tratta certamente di un lavoro non semplice, frutto della collaborazione di un gruppo collegiale. Il gruppo sfrutta le sue conoscenze paleografiche e la sua propria esperienza per superare le difficoltà relative alla comprensione delle note manoscritte, avvalendosi di fonti che permettono di ricostruire il contesto bibliografico e culturale degli incunaboli in questione“. Ma qual è esattamente l’utilità della comprensione delle svariate note manoscritte di tali libri?
La professoressa ha sottolineato come esse siano importanti per ricostruire il contesto in cui il libro è vissuto, i luoghi che ha visitato, le modalità di studio e ricerca di un certo periodo storico, l’interesse per un particolare ambito culturale. “Per questo motivo gli incunaboli che presentano indicazioni di questo tipo sono davvero preziosi, come anche libri aventi un certo valore estetico – che presentano alcune miniature affascinanti – o libri con note manoscritte risalenti al XVIII secolo, importanti perché testimoni di un interesse verso un nascente patrimonio culturale“.
Ma il progetto non rimarrà assolutamente un caso isolato, e il gruppo di studio non si fermerà a questo lavoro: la professoressa ha affermato che dopo la pubblicazione del catalogo verrà avviata la catalogazione degli incunaboli delle altre biblioteche di Catania e dei paesi limitrofi, partendo in primo luogo dal ricco patrimonio conservato alla Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, poi alla Biblioteca Zelantea di Acireale e così via. “Si tratta di un viaggio emozionante dai traguardi virtualmente illimitati. I finanziamenti per la pubblicazione del catalogo stanno già avvenendo attraverso una campagna di crowdfunding attraverso il sito www.produzionidalbasso.com“.
Infine abbiamo chiesto alla professoressa se ha qualche consiglio da dare a quanti vogliono effettuare un lavoro di questo genere e non sanno bene come approcciarsi al mondo degli incunaboli. La docente ha sottolineato come davanti a questi libri sia necessario dimenticare tutte le proprie conoscenze: “bisogna lasciar parlare il libro“, osservando con attenzione tutti gli elementi paratestuali e di corredo al testo vero e proprio, che sono quelli che, solitamente, ci trasmettono il maggior numero di informazioni. “Bisogna poi ovviamente avere molta passione, pazienza e perseveranza: si tratta di un lavoro lungo ma che dà grandi soddisfazioni“.
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