Sono “storie dal vivo” di corruzione quelle che Michele Corradino riporta nel suo ultimo libro “È normale… Lo fanno tutti!”. Con il componente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione ne discuterà il giornalista Ferruccio De Bortoli nell’Aula Magna della Scuola Superiore di Catania.
Dallo scandalo di Tangentopoli a oggi, la corruzione ne ha “fatta strada”, purtroppo. Lunedì 8 maggio alle ore 16:15 si scardineranno le ragioni di un luogo comune tra corruttori, corrotti ed affaristi e cioè: ormai lo fanno tutti, perché io no?
L’incontro, che sarà moderato dal giornalista de La Sicilia Mario Barresi, dopo i saluti del Presidente della Scuola Francesco Priolo, avrà come punti di partenza le intercettazioni raccolte da Corradino nel suo libro, tutte ricavate dagli atti giudiziari di processi per corruzione. Ci sono genitori e figli, i primi che impartiscono lezioni e i secondi che temono di non essere all’altezza dei padri, così come ci sono uomini e donne che guardano al reato di concussione chiamandolo “biscotto”. I corruttori hanno poche remore e i corrotti si lasciano sedurre. Il danno economico e sociale per l’Italia è, però, di tutti ed è contro la sistematicità del malaffare che bisogna lottare.
Perciò è fondamentale il lavoro dell’ANAC, presieduto da Raffaele Cantone, già ospite della Scuola Superiore di Catania nel febbraio 2015 e autore della prefazione al libro di Michele Corradino.
Nata nel 2014, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione ha l’obiettivo di garantire trasparenza e legalità nelle pubbliche amministrazioni, nelle società partecipate e nell’attribuzione dei contratti pubblici attraverso un programma semplificato di controlli ed un efficiente utilizzo delle risorse.
Ferruccio De Bortoli, già due volte direttore del Corriere della Sera per cui oggi firma degli editorali e de Il Sole 24 ore, si è più volte pronunciato dalle pagine dei giornali (“I giornali devono essere scomodi” ha dichiarato) contro il fenomeno sanguisuga che è la corruzione: “[…] è una tassa occulta, frena gli investimenti esteri, distorce i mercati, umilia il merito e calpesta la cittadinanza”.