Nel 2018 ci sarà ancora un’altra opportunità per quanti nutrono il sogno di trovarsi dietro una cattedra come insegnante. La VII Commissione alla Camera infatti ha approvato una riforma della formazione che conteneva anche indicazioni circa il prossimo concorso per i docenti nel 2018. Ma quali saranno le modalità d’esame e quali saranno i requisiti?
I concorsi saranno regionali e calibrati sui posti liberi e sulle necessità di ogni istituto regionale. Saranno concorsi per titoli ed esami, i cui requisiti dovranno essere: laurea magistrale o titolo equipollente; possesso di almeno 24 CFU in materie antropo-psico-pedagogiche; certificazione linguistica almeno di livello B2; almeno sei crediti in materie di teniche didattiche come pedagogia, didattica dell’inclusione, psicologia ed antropologia. Per concorrere alle cattedre di insegnamento tecnico-pratico, invece, saranno necessari: la laurea o titolo equipollente; almeno 24 CFU in materie antropo-psico-pedagogiche; certificazione linguistica almeno di livello B2. Questi requisiti costituiscono una sostanziale novità rispetto al passato, in quanto per la prima volta verrà chiesto di possedere dei crediti in materie psicologiche. Questo accadrà probabilmente perché un insegnante deve anche conoscere un minimo di psicologia per poter svolgere bene il proprio mestiere ed educare al meglio gli alunni in aula.
Adesso vedremo invece nel dettaglio come si svolgeranno le prove dei concorsi: la prima prova scritta riguarderà nello specifico la materia per la quale si concorre e dovrà essere svolta in lingua per le classi di concorso di lingua e cultura europea. La seconda prova scritta riguarderà invece nello specifico la conoscenza delle materie antropo-psico-pedagogiche suddette. La prova orale infine avrà l’obiettivo di valutare la capacità di insegnare mediante delle fasi pratiche di didattica; valuterà inoltre le conoscenze specifiche della classe per la quale si concorre ed infine verrà valutata la competenza linguistica. Per tutti coloro che concorrono per gli insegnamenti di sostegno ci sarà un’ulteriore prova scritta dopo la seconda prova che verterà su materie di pedagogia speciale.
I posti messi a concorso saranno circa 20.893. Ma cosa accadrà a tutti i vincitori quando queste prove saranno concluse? Ricordiamo che il concorso non offrirà subito la cattedra agli insegnanti, ma darà il via ad un corso di formazione triennale retribuito durante il quale all’attività di supplenza verrà affiancata un’attività di ricerca e assistenza all’università. Alla fine di questo corso di formazione, previo consenso del super-preside, si otterrà la tanto sospirata cattedra.
Allora bando alle ciance e rimboccatevi le maniche: il prossimo anno molti potranno realizzare il proprio sogno.
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