Alessio Arena è il ventenne palermitano candidato al Premio Nobel per la Letteratura su proposta dell’Accademia Collegio de’ Nobili di Firenze.
Alessio a soli vent’anni ha già tre pubblicazioni all’attivo con la casa editrice Mohicani Edizioni: Discorsi da caffè (2015), Cassetti in disordine (2016) e Lettere dal Terzo Millennio (2016). Si tratta di tre raccolte di poesie e l’ultima gode della postfazione di Alessandro Quasimodo, figlio del premio Nobel e presidente del Premio Internazionale dedicato al padre di cui Alessio è già stato vincitore.
Alessio è stato candidato al Nobel con il consenso unanime del Collegio Accademico, a seguito della proposta del preside. Si tratta di una delle nomine più giovani nella storia del Nobel ed è avvenuta a fine dello scorso anno.
Il giovane poeta palermitano è iscritto alla Facoltà di Lettere dell’Ateneo di Palermo, ma ha già nel cassetto numerosi riconoscimenti per la sua eccellenza e per aver portato in alto anche la sua regione all’interno del panorama letterario contemporaneo, seguendo le orme dei suoi predecessori che hanno fatto della Sicilia un’isola in cui la letteratura, nelle sue varie declinazioni, è sempre emersa come importante centro intellettuale e creativo. Oltre ad aver ricevuto il riconoscimento di ” tessera” del Mosaico di Palermo e Cefalù, attualmente è Segretario del Gruppo di Ricerca sull’Estetica della vita quotidiana, Everyday Aesthetics Network, Presidente della Sezione Giovani della Società Dante Alighieri di Palermo e Cavaliere Accademico dell’Accademia Collegio de’ Nobili di Firenze.
A LiveUnict Alessio racconta la sua esperienza e la sua candidatura al Nobel.
- Quali sono stati i libri indispensabili per la tua formazione?
«Tantissimi, un’infinità. Difficili da elencarli tutti. Si va da classici della lettura come può essere Moby Dick a romanzi e prosa per bambini, fino ad arrivare ad autori come Pasolini, Moravia, Maraini. Passando per la dimensione del fumetto alla quale sono stato sempre legato. Sono stato e lo sono tutt’ora un voracissimo lettore di fumetti: Tex, Topolino, ecc., li continuo a leggere con la stessa passione. Io devo tantissimo al grande fumetto».
- E come autori contemporanei?
«Come autori vivi contemporanei sono molto affezionato a Erri De Luca e Dacia Maraini».
- Che rapporto esiste, secondo te, tra la poesia e la realtà?
«Strettissimo, se la poesia non parla della realtà non è poesia ed è divertissement artistico e intellettuale».
- De Luca potrebbe essere un esempio…
«Sicuramente, lui è un grande scrittore e mi ha influenzato parecchio».
- Quando hai iniziato a scrivere? E hai scritto anche racconti?
«Io ho iniziato verso la fine della Scuola Primaria, poi mi sono impegnato sempre più. Sì, ho scritto tantissimi racconti, ho scritto in saggistica, a più livelli, nel corso degli anni . Adesso, conto di esordire in questo genere letterario. Ci lavoro già da tempo».
- Hai già vinto prestigiosi premi, tra cui il Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo”, adesso sei candidato al Nobel per la Letteratura. Come ci si sente ad essere uno dei più giovani candidati al Nobel nella storia?
«Sicuramente è motivo di grande stupore. Non potevo aspettarmelo, ma come ho detto più volte nel corso delle varie interviste che ho fatto: non ritengo di meritare questa candidatura e, naturalmente, non aspiro a vincere. Anzi, io tifo per Philip Roth. Tifo per Roth da anni, perché è uno scrittore con una grande esperienza e un grande talento. Io credo che questo sia un premio che si debba dare ad autori che hanno alle spalle un percorso articolato e variegato, che hanno dato tanto e che, quindi, meritano di ricevere altrettanto. Anche se un premio non è la prima gioia. La prima gioia è l’entusiasmo del lettore e la curiosità del lettore anche casuale».