
Può essere esagerato parlare di analfabetismo di ritorno, ma sono sicuramente allarmanti gli ultimi dati rilasciati da Save the children e che conferiscono alla Sicilia un triste primato.
Un giovane su 4 di età compresa tra i 18 e i 24 anni infatti interrompe gli studi alle scuole medie inferiori, pari a una percentuale del 24,3%, ben al di sopra della media nazionale che si attesta al 14,7%. A questo si aggiunge il fatto che un siciliano quindicenne su 3 non raggiunge le conoscenze minime in matematica e lettura e più di un ragazzo di età compresa tra i 6 e i 17 anni su due non legge neanche un libro all’anno.
Dall’analisi condotta da Save the children appare chiaro il collegamento tra mancata istruzione e povertà; un minore su due infatti (40,7%) si trova in una condizione di povertà relativa, a fronte di una media nazionale del 20,2%. Un bambino su 5 in Sicilia non ha gli spazi necessari a casa per fare i compiti, e non può permettersi di praticare sport o partecipare ad altre attività formative; a questo proposito infatti risulta che 3 ragazzi su 4, sempre tra i 6 e 17 anni non hanno mai visitato musei e monumenti, mentre più di 4 su 5 non hanno mai partecipato ad un concerto.
Una soluzione, potrebbe essere quella di ricorrere al tempo pieno nelle scuole, in modo da offrire maggiori occasioni formative; in Italia il tempo pieno nelle scuole è già presente, in Lombardia si parla di una percentuale del 48% mentre in Sicilia solo l’8% delle scuole primarie ricorre al tempo pieno.
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