“Tre mesi fa io e mia sorella siamo uscite da casa insieme. Tre mesi possono sembrare un tempo velocissimo. Tre mesi possono sembrare un’eternità. Lei è tornata a casa in una bara bianca 10 giorni dopo”. Barbara Condorelli, 24 anni di Catania, ha perso la sorella gemella, la scorsa estate in un incidente stradale, e ha deciso di condurre una campagna per l’educazione stradale.
“Quando è successo tutto – ci racconta Barbara – ci trovavamo sedute nei sedili posteriori e una macchina, guidata da una persona che non era in condizioni di farlo, ci è arrivata addosso e ha colpito il punto in cui si trovava Ornella. Io ero appena tornata, dovevamo passare l’estate insieme e, purtroppo, non abbiamo potuto fare niente, ha riportato diversi traumi. Ai miei genitori dico spesso che lei ha resistito per 5 giorni, dopo due interventi. Tutto ciò noi dobbiamo vederlo come un insegnamento, non ci si deve arrendere, ma si deve lottare”.
“Quello che mi devasta è che mia sorella non ha mai avuto un incidente – continua – mai in 6 anni di patente. Lì ho fatto quello che ho potuto, l’adrenalina mi ha permesso di esserci per lei. Ho fatto le chiamate che dovevo fare e poi le ho sempre tenuto la mano, rendendomi comunque conto che lei non ha mai stretto la mia. Lei non è mai stata sola”.
Da settimane, sui social network, circolano le foto di Ornella e l’hashtag #guidaebasta. A pubblicarle è Barbara, insieme ai suoi amici e parenti, che si sono ispirati alla campagna lanciata dall’Anas per la sicurezza stradale, adattandola alla storia di Ornella e progettando diverse iniziative per l’educazione stradale. Oggi verrà creata una pagina Facebook, con tutti gli aggiornamenti per la campagna di sensibilizzazione.
“Come ha detto mio fratello al funerale di Ornella – ci spiega Barbara, parlando dell’hashtag #guidaebasta – quello che è successo a noi può succedere a chiunque. Non possiamo metterci alla guida nelle condizioni peggiori. La nostra non è una campagna contro il fumo e contro l’alcol. Siamo giovani, non possiamo dire di non bere, però quando succede puoi non metterti alla guida. O almeno, come fanno in molti, ci si organizza per far mettere alla guida chi non ha bevuto. Puoi evitare di farlo, perché sai che può succedere quello che è successo a mia sorella. Vorremmo portare la campagna nelle scuole medie e nelle scuole superiori. Potremmo lavorare anche con i più piccolini, dobbiamo cercare di far capire che la macchina o il motorino costituiscono un’arma, perché mia sorella è stata uccisa. Io non posso dire che mia sorella è morta sulla strada, non è una morte naturale quella per cui se ne è andata”.
“La nostra idea è questa, – continua Barbara – visto che per lei non abbiamo potuto fare niente, cerchiamo di sensibilizzare, evitare di uccidere Ornella tante altre volte. Pensare che qualcuno mi dica ‘Anch’io ho perso mia sorella, so quello che senti’ mi distrugge, perché vorrei che nessuno si sentisse come mi sento io. Cerchiamo di evitare che un padre o una madre, un fratello, una sorella o un fidanzato, amici o parenti, perdano una persona importante”.
E così gli amici di Ornella la ricordano ogni giorno, nel cuore, e durante la settimana postando le sue immagini sorridenti, soprattutto in prossimità del weekend, quando si esce più spesso e ci si mette alla guida di sera.
“Un giorno, sei anni fa – ci racconta Barbara, pensando ai ricordi – quando ero neopatentata e mi trovavo a un semaforo, ho accelerato al giallo. Ornella era con me e mi ha detto di non farlo mai più: lei era così, amavo e amo mia sorella anche per questo. Ornella studiava Medicina, stava finendo e non vedeva l’ora di laurearsi. Quando i sogni e i tuoi progetti vengono interrotti perché vai a ballare una sera non è naturale. Non puoi avere la paura di uscire di casa e di non tornare più e di non poter continuare quello che hai cominciato con tanto impegno e tanta dedizione. Siamo tutti studenti e ragazzi con obiettivi e sogni, come lo era lei. Non meritiamo di non poterli portare a termine”.
#guidaebasta.