Recentemente il Censis ha condotto un’indagine che afferma, con numeri alla mano, quanto la crisi abbia influito sul portafoglio delle famiglie anche in campo alimentare. La spesa non è più quella di una volta, soprattutto per le famiglie meno abbienti, tuttavia alcuni cercano di riscoprire l’arte dell’homemade per scongiurare carenze di vitamine ed oligoelementi fondamentali al nostro fabbisogno fisiologico, senza pesare troppo sul bilancio mensile.
Ma come si ripercuote la crisi dell’alimentare nella vita di uno studente fuori sede?
Arrivati in terra straniera, con la nostra sommetta di denaro per la settimana, dobbiamo fare il punto della situazione se vogliamo rientrare nel budget. Quante volte abbiamo rinunciato al pesce da 24 euro al kg per ripiegare sulle scatolette di tonno, o alla carne rossa più tenera e pregiata per dell’economico pollo? Chi per gusti o tendenze è vegetariano o vegano potrebbe pensare di essere immune da queste piaghe, in realtà è proprio la categoria più a rischio. Per incapacità o scarsa voglia non tutti si cimentano nella preparazione di un buon piatto di legumi e di un contorno variegato di verdure, ma attenzione, le carenze di ferro sono le prime a far capolino tra gli asterischi delle analisi del sangue.
Parlando di verdure anche i più volenterosi e salutisti converranno con me nel dire che sono anch’esse carissime in certi posti. Il “povero” fuori sede pensa di ottimizzare tempo e denaro con una pizzetta al volo per pranzo, una piadina la sera e quando va bene e si mette d’impegno, dell’insalata di riso con condimenti tutt’altro che freschi.
I più fortunati invece sperimentano il “viaggio per la guerra”, come lo chiamo io, che si verifica un po’ per tradizione, un po’ per cuore di mamma, ma anche per evitare di pagare una seconda retta universitaria dal fruttivendolo sotto casa. Tale viaggio avviene la domenica sera e prevede il “caricamento” con bombette a mano tra i vestiti della valigia di: conserve di pomodoro, peperoni sott’olio, melanzane sott’olio, appunti di chimica sott’olio (no questi non si mangiano!), olio di casa, olive da cui avete ottenuto l’olio di casa e poi frutta dei propri alberi e verdure regalate dal cliente di turno di papà.
In ogni caso ben presto ci si rende conto che la transumanza di cibarie costa fatica sia a noi che alla famiglia, quindi come rimediare a tutta questa situazione?
con questi accorgimenti eviterete di riempirvi di roba inutile e di dilapidare tutto in un sol giorno, così da concedervi anche una pizza tra amici senza la paura di restare al verde.
Per una finale ottimizzazione degli sprechi e delle rinunce vi propongo una “ricetta riciclo” per la pasta asciutta rimasta a pranzo e per quelle tre mozzarelle in frigo che scadono domani.
Essendo una “ricetta riciclo” non specificherò quantità esatte. Prendete la pasta al pomodoro rimasta a pranzo con relativa salsa (ne avrete fatta di sicuro in abbondanza) e distribuitene un primo strato in una teglia da forno cosparsa con un filo d’olio e un po’ di sugo. Tagliate le mozzarelle e mettetele in uno scolapasta per un quarto d’ora, affinché perdano un po’ di liquido. Disponete i pezzetti di mozzarella sul primo strato di pasta e se ce l’avete anche qualche tocchetto di formaggio morbido tipo galbanino. Coprite con un po’ di sugo e fate un altro strato di pasta e mozzarella, terminando con un uovo sbattuto e del parmigiano. Infornate per una ventina di minuti a 180°C accendendo per gli ultimi 5 minuti il grill del forno.
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