
Durante la premiazione, Hanan racconta di aver deciso di intraprendere questa carriera per aiutare i suoi figli a superare il trauma subito in seguito ad una sparatoria a Betlemme: «Sono nata in un contesto in cui la violenza era ed è all’ordine del giorno, e ho dovuto crescere in fretta» ha raccontato al momento della sua candidatura. «Lo shock subito condizionò pesantemente il comportamento, la personalità e i voti dei miei figli». È stato allora che la giovane palestinese ha deciso di inventare nuovi metodi di insegnamento e di apprendimento attraverso il gioco, tutto basato sul suo personale slogan “No alla violenza” e coinvolgendo anche i figli dei vicini. «Poco dopo aver iniziato queste attività – ha spiegato – ho riscontrato netti miglioramenti nei miei figli: cresceva la sicurezza in loro stessi e miglioravano anche i voti a scuola. Per questo decisi di cambiare il mio indirizzo di laurea e diventare un’insegnante».
Alle congratulazioni di Papa Bergoglio, che ha sottolineato fortemente l’ importanza di insegnare a giocare ai bambini per insegnare loro a socializzare, si aggiungono quelle di Sunny Varkey, fondatore del premio, del vice presidente degli Stati Uniti Joseph Biden e dal principe William.
Al Global Teacher Prize, giunto alla sua seconda edizione, hanno partecipato ottomila docenti di tutto il mondo. Dieci i finalisti (da Pakistan, Kenya, Regno Unito, Usa, Giappone, Finlandia, Australia, India) tutti invitati a Dubai per la cerimonia di consegna del singolare premio durante il Global Education and Skills Forum. Tra gli ospiti dell’evento anche star del cinema come Matthew McConaughey e Selma Hayek.











