La nostra interpretazione sull’augurio che si rivolge a chi sta per sottoporsi ad una prova difficile e sul valore scaramantico che esso stesso ha assunto nel corso dei secoli.
La sessione d’esame è ormai agli sgoccioli e molti di noi hanno ancora qualche prova da sostenere. Che sia scritta o orale poco importa, la frase che più di tutte viene sentita oppure pronunciata da noi stessi nei confronti di un collega/amico/parente, dato il periodo, è “In bocca al lupo”.
Anche se l’origine del modo di dire non è chiara, essa sembrerebbe legata all’immagine del lupo nella tradizione popolare come personificazione stessa del male: il lupo, considerato feroce e dall’insaziabile voracità, seminò morte e terrore fra gli abitanti delle campagne e delle zone montane, soprattutto fra i pastori e i cacciatori, divenendo in tutta l’Europa il protagonista negativo di numerose favole, leggende e storie che furono tramandate attraverso i secoli.
Il detto sarebbe quindi nato dal linguaggio dei cacciatori come frase d’augurio di “buona fortuna”, rivolta per antifrasi (cioè con significato opposto a quello letterale) ai cacciatori stessi, e, per estensione, a chi si appresta ad affrontare una prova rischiosa o difficile.
La risposta “Crepi il lupo!” sarebbe invece nata per estensione da altre espressioni, costruite analogamente col verbo crepare, nelle quali alla lingua viene attribuito il potere magico di allontanare la cattiva sorte oppure di scongiurare un cattivo presagio, come ad esempio“Crepi l’avarizia!”, “Crepi l’astrologo!”.
Bene, se l’articolo finisse qua, non ci sarebbe nulla di nuovo: da sempre infatti rispondiamo “Crepi” al popolare augurio… E facciamo male!
L’espressione in realtà rappresenta l’amore di mamma-lupo che prende con la propria bocca i figlioletti per portarli da una tana all’altra, per proteggerli dai pericoli esterni. Dire “in bocca al lupo” è dunque uno degli auguri più belli che si possa fare ad una persona. È la speranza che tu possa essere protetto e al sicuro dalle malvagità che ti circondano come la lupa protegge i suoi cuccioli tenendoli in bocca.
Da oggi in poi dunque (se vi capita) non rispondete più con il solito “Crepi”, ma con “Grazie”!
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